“Un provvedimento fondamentale per il futuro del paese, a fronte di una crisi gravissima, che stanzia risorse assolutamente insufficienti e che nel merito è sbagliato”. Il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, commenta così il decreto legge anticrisi al termine della discussione generale sulla fiducia al governo posta sul provvedimento all’esame del Senato. Una richiesta, quest’ultima, “che è la ‘cronaca di una fiducia annunciata’ segnata da nessuna vera discussione in Parlamento così come con le forze sociali”, dice il dirigente sindacale.

“Che il saldo definitivo sia stimato in 5 miliardi a fronte dei 6,3 annunciati - osserva il sindacalista - è emblematico: o si era annunciato un intervento sopravalutato o i provvedimenti danno benefici decisamente inferiori e spostati nel tempo, come avevamo denunciato”. Quanto agli ammortizzatori sociali, spiega Fammoni, “mentre centinaia di migliaia di persone sono in cassa integrazione e perdono il lavoro, si approva un meccanismo che vede assieme caratteristiche di incostituzionalità e inefficacia e nessun aumento di risorse”. Ma, soprattutto, “si sfrutta il clamore dell’accordo separato per approvare, nel più totale silenzio, norme di cui è evidente l’inadeguatezza”.

La Cgil, ricorda il segretario confederale di Corso Italia, “aveva presentato proposte che non sono state prese in considerazione, così come si continua a richiedere un confronto di merito generale e per singoli settori per concordare gli interventi necessari, coinvolgendo parti sociali e autonomie locali”. Ma dalle decisioni del governo, conclude Fammoni, “si conferma invece la necessità di proseguire, con rinnovato vigore, la mobilitazione, e se qualcuno si illude che col ricorso alla fiducia si sia chiusa la partita dovrà ricredersi”.