Firmato a Roma un accordo storico per il settore delle costruzioni. Prefettura, Roma Capitale, Città Metropolitana, organizzazioni sindacali e datoriali, Cassa edile e Edilcassa del Lazio hanno sottoscritto un Protocollo di intesa che dà ufficialmente il via alla sperimentazione del badge di cantiere digitale, uno strumento che punta a rivoluzionare il monitoraggio del lavoro nei cantieri pubblici.

Genovesi: Una grande risultato sindacale con valore nazionale

“Una buona notizia e un grande risultato sindacale a livello nazionale da esportare in tutto il Paese”. Così Alessandro Genovesi, responsabile appalti e contrasto al lavoro nero della Cgil Nazionale, commenta l’accordo che “arriva dopo anni di positivo utilizzo limitato però solo nelle grandi opere, e dopo il positivo precedente che aveva visto la generalizzazione del Badge elettronico nei cantieri della ricostruzione post sisma del 2016 nell’Italia Centrale”.

Uno strumento, quello del Badge di Cantiere, che come sottolinea il dirigente sindacale “è da sempre rivendicato dal sindacato, per garantire trasparenza, verifica delle presenze regolari in cantiere, controllo degli orari di fatto e delle qualifiche, contrasto al lavoro nero viene riconosciuto come strumento obbligatorio ordinario”.

“Diamo atto alle associazioni datoriali, oltre che al Comune di Roma e al Sindaco Gualtieri - aggiunge Genovesi - della lungimiranza e della coerenza con cui in questi ultimi anni, sin dal primo protocollo per le opere del Giubileo, stanno riconoscendo la bontà delle richieste sindacali”. “Come Cgil – conclude – già nei prossimi mesi chiederemo anche alle altre stazioni appalti, a partire dai principali Comuni e Regioni di implementare gli accordi in essere sugli appalti pubblici, generalizzando anche loro l’utilizzo del Badge elettronico di Cantiere”.

Di Cola: Uno strumento per rimettere al centro i diritti

“L’intelligenza artificiale entra nei cantieri pubblici di Roma Capitale per garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, la giusta applicazione dei contratti collettivi, la trasparenza e la legalità negli appalti”, commenta Natale Di Cola, segretario generale della Cgil Roma e Lazio. “Questo è un risultato dell’azione di contrattazione della Fillea del territorio che ha conquistato l’accordo unitario, firmato dalle parti sociali, Roma Capitale e la Prefettura di Roma, sul badge di cantiere e che sarà integrato con l’AI”.

Per Di Cola si tratta di “uno strumento in più per rimettere al centro i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e un’occupazione tutelata, stabile, sicura e dignitosa, che segue la linea tracciata dagli accordi sulle opere giubilari, sulla legalità e la trasparenza e sul Giubileo del Lavoro”. L’accordo di oggi è “un fatto positivo sia perché il Comune di Roma, essendo tra le più grandi committenti pubbliche del Paese, determina un impatto importante sulle condizioni di lavoro di migliaia di persone, sia per la sua funzione di Capitale del Paese che deve essere da esempio”.

“Adesso – sottolinea – sarà importante dare una rapida attuazione all’accordo e lavorare per estenderne i principi anche agli appalti di servizi e forniture, affinché dumping contrattuale, lavoro povero e non tutelato siano debellati”.

Piccoli: Una scelta di campo

“È una scelta di campo chiara e necessaria - commenta Diego Piccoli, segretario generale di Fillea Cgil Roma e Lazio -. Il badge digitale segna un punto di svolta: aiuta a garantire trasparenza nei flussi di manodopera, correttezza negli inquadramenti e maggiore vigilanza sugli orari e sulle condizioni di lavoro. Roma Capitale dimostra ancora una volta che legalità e diritti possono e devono andare di pari passo”.

La misura, che coinvolgerà inizialmente i lavori pubblici di importo superiore a 1,5 milioni di euro, prevede l’introduzione di una tessera digitale identificativa per ogni lavoratore, contenente dati fondamentali come generalità, impresa di riferimento, contratto applicato e orari di lavoro. Le informazioni confluiranno in una piattaforma informatica centralizzata, accessibile anche alla Prefettura, alle stazioni appaltanti e all’Ispettorato del lavoro.

Tra gli obiettivi dichiarati del protocollo: il contrasto all’illegalità, al lavoro nero, al dumping contrattuale e la tutela della salute e della sicurezza in cantiere. Si tratta di un tassello fondamentale nel percorso avviato con gli accordi per i cantieri giubilari e che ora punta a diventare un modello stabile per tutti gli appalti pubblici superiori a 500 mila euro, al termine dei sei mesi di sperimentazione.

Il sistema, basato sull’utilizzo di tecnologie avanzate e intelligenza artificiale, non solo migliorerà il controllo dei cantieri, ma contribuirà anche alla valorizzazione del lavoro regolare e alla premialità delle imprese virtuose, attraverso strumenti come la white list.

Un’iniziativa che rafforza il presidio di legalità nella filiera degli appalti pubblici e che, grazie alla collaborazione tra istituzioni e parti sociali, rappresenta un modello replicabile anche a livello nazionale.

Di Franco: Modello alternativo al codice Salvini

“La strada giusta da perseguire e replicare contro lo sfruttamento, il dumping contrattuale e a tutela di salute e sicurezza. Un modello alternativo al codice Salvini che garantisce tempi, legalità e qualità del lavoro”, è il commento del segretario generale della Fillea Cgil nazionale Antonio Di Franco.