Settimana cruciale questa, anche per via dei risultati elettorali, per il destino della “Buona scuola” di Renzi. Da un lato le tante iniziative in tutta Italia – a Roma, per esempio, il prossimo 5 giugno ci sarà una fiaccolata unitaria studenti-sindacati –, dall’altro lo sciopero degli scrutini proclamato dalle cinque sigle che hanno scioperato nelle scorse settimane: Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu.

Lo scorso 1° giugno, infatti, il ministero dell’Istruzione ha pubblicato la nota 15.367 che chiarisce alcuni punti sulle modalità di astensione che riguardano le classi “non terminali” dei vari ordini d’istruzione. Va ricordato che possono scioperare anche il personale Ata, educatori e docenti della scuola dell’infanzia. L’astensione sarà alla prima ora dei primi due giorni di scrutinio.

Lo sciopero degli scrutini arriva mentre continua il suo iter parlamentare il ddl di riforma della scuola che, calendario alla mano, potrebbe essere legge già il prossimo 20 giugno. Le modifiche apportare a Montecitorio non sono state giudicate sufficienti dai sindacati, che continuano a denunciare i troppi poteri del “preside-sindaco”, i criteri di valutazione del merito, le donazioni alle scuole paritarie e le detrazioni fiscali. Tra i punti più contestati dalle sigle anche la mancanza di un piano di assunzioni pluriennale per tutti i precari delle scuole pubbliche: quel contingente vasto che in questi anni, nonostante i tagli, ha permesso alle nostre scuole si andare avanti. Va ricordato, infine, che quello proclamato dalle cinque sigle è il primo sciopero degli scrutini dal 1990 a oggi.