Un giudizio a luci ed ombre quello espresso dalla Cgil sul disegno di legge sugli appalti pubblici approvato ieri alla Camera. “Si tratta di un ulteriore passo avanti nella regolazione della materia – afferma il segretario confederale Franco Martini, in una nota –. Il nostro apprezzamento va soprattutto alle novità principali introdotte sugli appalti di servizi e di call center, che accolgono le richieste sindacali di continuità di lavoro nei cambi di appalto e di ruolo della contrattazione a tutela dell'occupazione. Così come rimangono importanti le norme in materia di trasparenza e legalità, con la conferma ed il rafforzamento del ruolo dell'Anac (Agenzia nazionale anti corruzione) per l'impegno alla riduzione del numero delle stazioni appaltanti”.

Non mancano però i punti critici: “Il limite maggiore allo stato attuale - fa osservare ancora il segretario confederale della Cgil - riguarda la materia delle concessioni dove, nonostante l'aumento del periodo di transizione da 12 a 24 mesi e il riferimento alle clausole sociali, aggiunte nell'ultima stesura per il passaggio alle nuove regole, rimangono i problemi relativi all'occupazione che, per parte sindacale, ci impegneremo a risolvere nella fase di attuazione dei decreti”.

A questo proposito, Martini sollecita “una maggiore disponibilità del governo al confronto, così come è stato fatto dall''VIII° Commissione del Senato e dalle Commissioni VIII° e XI° della Camera”. Il segretario della Cgil conclude con l'auspicio che “il ministro Delrio risponda alle richieste di confronto che Cgil, Cisl e Uil gli hanno già rivolto e che nella fase di attuazione delle nuove norme ci sia un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni sindacali confederali”.

Il processo dovrà ora essere completato con il ritorno del testo al Senato e soprattutto con i decreti legislativi di attuazione previsti per il mese di aprile per quanto concerne il recepimento delle direttive e per il mese di luglio per quanto riguarda il nuovo codice degli appalti e concessioni.