Oltre 800.000 lavoratori veneti vedranno crescere la busta paga grazie alla riduzione del cuneo fiscale. Lo calcola il Caaf Cgil del Veneto che ha fatto una proiezione sulla base delle dichiarazioni dei redditi effettuate dai propri uffici nel 2019. “Del taglio del cuneo fiscale a favore dei lavoratori, contenuto nell'ultima manovra di bilancio e che sarà attuato con un decreto i cui contenuti sono stati concordati con le organizzazioni sindacali la scorsa settimana, beneficia l'81% circa della nostra platea, ossia 142.093 persone su un totale di 175.211 dichiarazioni”, riferisce il rapporto.

I benefici fascia per fascia
Per i lavoratori che hanno un reddito tra gli 8.173 e i 26.000 euro, non solo diventa strutturale il bonus del 2014, ma viene implementato a 100 euro al mese. Chi percepisce tra 26.001 e 28.000 euro, e che fino ad oggi non godeva di alcun bonus, riceverà 100 euro in più al mese. Dai 29.000 euro in su si stabiliscono 10 fasce, il cui beneficio parte da 97 euro al mese per chi dichiara tra i 29.000 e i 29.999 euro, per arrivare a 16 euro al mese per chi dichiara tra i 39.000 e 39.999 euro.

 

Livello di reddito

Beneficio

Mese

Anno

Da 8.173 a 26.000

100,00 €

1.200,00 €

Da 26.001 a 28.000

100,00 €

1.200,00 €

29.000

97,17 €

1.166,00 €

30.000

94,25 €

1.131,00 €

31.000

91,42 €

1.097,00 €

32.000

88,58 €

1.063,00 €

33.000

85,75 €

1.029,00 €

34.000

82,83 €

994,00 €

35.000

80,00 €

960,00 €

36.000

64,00 €

768,00 €

37.000

48,00 €

576,00 €

38.000

32,00 €

384,00 €

39.000

16,00 €

192,00 €

40.000

- €

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Come si arriva alla cifra di 800.000 lavoratori? Complessivamente gli oltre 142.000 lavoratori che si rivolgono al Caaf Cgil per la compilazione del 730 otterranno in un anno 162.460.092 euro (questo nel 2021, perché per l'anno in corso i benefici scatteranno da luglio e di conseguenza la cifra sarà proporzionalmente inferiore). “Considerando che rappresentiamo, come Caaf Cgil Veneto, circa il 19% del ‘mercato’ delle dichiarazioni dei redditi dei lavoratori dipendenti – si legge in una nota – e tenuto conto che una parte di lavoratori non effettua dichiarazioni in quanto esonerati, le cifre che forniamo vanno moltiplicate per sei volte per avere un'indicazione affidabile di quanto sia il totale dei lavoratori della nostra regione interessati dal provvedimento”. Risultato: oltre 800.000 lavoratori veneti vedranno aumentare la propria busta paga, per una cifra complessiva che si avvicina al miliardo di euro.

Positivo il giudizio di Christian Ferrari, segretario generale della Cgil del Veneto: “Se qualcuno si chiede quale sia oggi la funzione del sindacato, questo primo risultato che abbiamo ottenuto è la risposta, o almeno una delle risposte. Il taglio delle tasse a beneficio delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti non è infatti una gentile concessione del governo, ma il frutto del percorso di mobilitazione e di lotta che Cgil, Cisl e Uil hanno messo in campo a partire dallo scorso febbraio con la grande manifestazione unitaria di piazza San Giovanni, quando la maggioranza parlamentare era diversa dall'attuale. Quella mobilitazione non è stata isolata né estemporanea, sono state innumerevoli le occasioni in cui, sia a livello nazionale che locale, il sindacato ha fatto sentire la sua voce nelle piazze e nelle sedi istituzionali”.

Il sindacalista sottolinea come “non abbiamo mai rifiutato il confronto, sia con l'attuale esecutivo sia con il precedente, mai però rinunciando ad evidenziare uno dei problemi fondamentali del nostro Paese: il basso livello dei salari, che non solo mette in difficoltà le famiglie italiane, ma è la causa principale della stagnazione della domanda interna, senza rilanciare la quale nessuna crescita economica solida sarà possibile”.

A brevissimo, ricorda Ferrari, “si aprirà il tavolo sulle pensioni, che verterà sia sulla riforma previdenziale, sia sul livello troppo basso delle pensioni in essere, questione che nell'ultima Finanziaria non ha trovato risposta. C'è infine tutta la questione dei rinnovi contrattuali, che interessano milioni di lavoratori e che nulla hanno a che fare con la riduzione della tassazione di cui stiamo parlando. Negli ultimi anni i salari sono rimasti al palo, mentre i profitti sono cresciuti in maniera significativa: un meccanismo che ha ulteriormente acuito le diseguaglianze, che vanno affrontate e ridotte per riequilibrare il sistema”.

Sul tavolo anche la questione del gender gap: “Tra le disuguaglianze, una delle più insopportabili riguarda il trattamento economico riservato alle lavoratrici rispetto ai loro colleghi uomini. Non è con un provvedimento fiscale che si può cancellare questo gap, ma con modifiche legislative e soprattutto con una contrattazione che valorizzi il ruolo del lavoro femminile, ponendo fine a una ingiustizia indegna di un paese civile. Anche perché l'aumento della quantità e della qualità del lavoro femminile produrrà ricadute positive su tutto il tessuto produttivo”, aggiunge Ferrari.

Infine, uno sguardo al Veneto: “Le risorse che arrivano ai lavoratori della nostra regione – spiega il segretario generale della Cgil – sono certamente significative, e particolarmente utili in una fase di contrazione dell'export e di crescita molto bassa del Pil veneto. Ovviamente non sono risolutive dei problemi che siamo chiamati ad affrontare per evitare la chiusura delle tante aziende in difficoltà e per salvaguardare i livelli occupazionali”.

“Occorre rilanciare gli investimenti pubblici e incentivare quelli privati, bisogna mettere in campo politiche industriali in grado di orientare lo sviluppo misurandosi sia con la rivoluzione tecnologica in corso che con una conversione ecologica non più rinviabile. Anche su questi temi la Cgil del Veneto farà fino in fondo la sua parte, a tutela degli interessi e dei diritti del mondo del lavoro, per dare il proprio contributo alla realizzazione di una società in cui il benessere sia patrimonio diffuso e non riservato a pochi fortunati”, conclude il sindacalista.