Da almeno sette anni a questa parte il pensiero di Hyman Philip Minsky è tornato d’attualità. Con l’approssimarsi e poi lo scoppio della crisi finanziaria dell’estate del 2007, la cosiddetta crisi dei subprime, le teorie e analisi dell'economista keynesiano scomparso nel 1996 hanno ripreso a circolare tra addetti ai lavori e nel dibattito fra economisti.

Hyman Minsky è un economista famoso per le sue tesi sulla instabilità finanziaria del capitalismo, che da molti sono state ritenute in grado di spiegare le dinamiche dell’ultima fase economica, e in particolare la Grande Recessione. Tra i suoi libri sono stati tradotti in italiano: Keynes e l’instabilità del capitalismo, del 1975; Potrebbe ripetersi?, del 1982; Governare una economia instabile, del 1986.

Proprio per spiegare la natura della crisi è stata ripresa la teoria di Minsky, in particolare laddove (come si legge nel Dizionario di Economia e Finanza Treccani), l’economista elabora, “sulla base dell’ipotesi di instabilità finanziaria, il cosiddetto paradigma di Wall Street, con il quale propone una spiegazione di tipo endogeno della crisi. Per M. l’economia capitalistica si fonda su sofisticate relazioni di tipo finanziario tra operatori che formulano aspettative sul modo di ricavare il massimo profitto possibile. La crisi comincerebbe quando (Minsky moment), dopo un’espansione creditizia dovuta ad aspettative di profitto poi non realizzatesi, i prestatori di denaro percepiscono la possibilità di insolvenza da parte dei soggetti indebitati”.

La casa editrice Ediesse ha da poco pubblicato “Combattere la povertà. Lavoro non assistenza”, volume che raccoglie alcuni scritti di Minsky, con un saggio introduttivo a cura di Riccardo Bellofiore e Laura Pennacchi. Il libro verrà presentato a Roma martedì 3 febbraio presso la Cgil nazionale in corso d'Italia 25, alle ore 18 e alla presenza di Susanna Camusso. Parteciperanno, oltre ai curatori del libro, anche Claudio Gnesutta e Alessandro Roncaglia.

LEGGI UN ESTRATTO DALL’INTRODUZIONE.

Il volume Ediesse raccoglie alcuni scritti, editi e inediti, che testimoniano del suo interesse per le questioni relative al modo di affrontare la povertà e al tipo di piena occupazione che sarebbe necessaria nel capitalismo sviluppato. La tesi provocatoria di Minsky è che la povertà vada combattuta essenzialmente creando lavoro e non con politiche di assistenza, quali meri sussidi monetari o riduzione di imposte.

Come mostrano i curatori dell’edizione italiana, appunto Riccardo Bellofiore e Laura Pennacchi, queste tesi hanno rapporto un positivo con la tradizione sindacale e politica della sinistra italiana, con particolare riferimento alla proposta di un Piano del lavoro, e con una visione dello Stato del benessere legata alla fornitura «in natura» di beni e servizi essenziali. Si tratta della ripresa, radicale ma sempre più necessaria, dell’idea di una socializzazione degli investimenti, estesa non solo a banche e finanza, ma anche al ruolo dello Stato come fornitore primo di occupazione. Il volume contiene anche la traduzione della prefazione e dell’introduzione all’edizione originale redatte da Dimitri Papadimitriou e L. Randall Wray.

Nota biografica su Hyman Philip Minsky
(1919-1996), laureato in matematica all’università di Chicago (1941), PhD. in Economics a Harvard (1954). Professore di economia all’Università di Berkeley e alla Washington University di St. Louis e infine distinguished scholar presso il Levy Economics Institute.