Quella fotografata dall'Istat è una situazione 'da dopoguerra', con famiglie stremate dall'aumento degli oneri  fiscali e con sempre meno soldi per affrontare spese impreviste, per fare una vacanza e addirittura per riempire il carrello al supermercato. Lo rileva la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito all'indagine Istat  'Deprivazione e soddisfazione, aspetti di vita quotidiana'. In questo senso - prosegue l'organizzazione agricola - il  crollo dei consumi alimentari del 3 per cento in quantità da inizio anno è sintomatico di una condizione critica che certo non può far rialzare il livello di soddisfazione degli italiani".

"D'altra parte, sono mesi che lanciamo sull'allarme sul tracollo della spesa per la tavola - continua la Cia -
nonostante si tratti di una voce primaria e irrinunciabile del bilancio familiare. Di fatto oggi il 36 per cento delle  famiglie taglia di netto quantità e qualità dei prodotti alimentari acquistati rispetto all'anno scorso e smette di  andare a cena fuori o comprare dolci, con un calo dei ristoranti (-5 per cento) e delle pasticcerie (-11 per cento)  negli ultimi tre mesi".

"Ma - conclude la Confederazione agriicoltori - non ci può essere una ripresa dell'economia senza una parallela ripresa dei consumi,  prima di tutto quelli alimentari. Quindi, se non si prenderanno presto provvedimenti per sostenere i consumi e  aiutare le famiglie, ad esempio riducendo la pressione fiscale, l'Italia non uscira' mai dal tunnel della crisi".