"Il varo di una manovra economica che consolidi il debito pubblico attraverso l’istituzione di una patrimoniale alla francese sulle grandi ricchezze per mettere il paese al riparo dalla speculazione finanziaria" e "l’avvio immediato di una discussione pubblica, prima del Consiglio Europeo del 16 e 17 dicembre, che metta a conoscenza le parti sociali e l’intero paese su quanto richiesto dalle regole del nuovo patto di stabilità europeo". Sono queste le richieste al governo avanzate dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nel corso della relazione introduttiva al comitato direttivo.

"La dimensione della crisi in Europa e nel nostro paese si intensifica: oltre le cause generali, come ad esempio il non aver individuato nel corso di questi due anni regole condivise sulla finanza, c’è una nuova fase caratterizzata dalla speculazione finanziaria e dall’attacco all’euro", afferma Camusso nel sostenere che "la gestione dell’euro da parte della Germania e la speculazione che attacca i paesi del Mediterraneo denotano un peggioramento della crisi economica e sociale. Quanto si registra in questi giorni ci impone un aggiornamento nell’analisi della crisi perché temiamo che quanto stia accadendo possa non fermarsi ai piccoli paesi".

Infatti, aggiunge, "sotto una pressione esplicita ci sono i paesi del Mediterraneo e l’Italia rientra in questo gruppo. Per evitare che il milleproroghe diventi la sede occulta di una nuova manovra, e per la preoccupazione che abbiamo per le sorti del nostro paese, al quale teniamo e che vogliamo mettere al riparo - aggiunge - diciamo sì a una nuova manovra economica che consolidi il debito pubblico attraverso l’istituzione di una patrimoniale alla francese". Parallelamente la Cgil chiede al governo "di aprire subito una discussione pubblica e in Parlamento prima del Consiglio Europeo del 16 e 17 dicembre sul patto di stabilità".

Camusso teme che "il paese senza saperlo si trovi da gennaio con la necessità, imposta dalle nuove regole del patto di stabilità, di varare manovre per giungere al dimezzamento del debito pubblico nei prossimi quattro o cinque anni. Per questo serve un consolidamento dei conti pubblici e l’avvio di una discussione sul patto di stabilità europea". Una manovra ‘necessaria’ per evitare "che si rischi di replicare decisioni di finanza pubblica come quella di luglio" e che richiede che "il governo la smetta di nascondere la gravità della situazione e i rischi che il nostro paese - conclude - senza un consolidamento del debito possa correre in prospettiva".