Stavolta è il turno dei 100 mila dipendenti della Toscana. Si ferma oggi (martedì 3 maggio) il settore pubblico in tutta la regione, nell’ambito della mobilitazione nazionale indetta da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa a sostegno della vertenza per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, che si concluderà alla fine di maggio. Dopo la firma dell’intesa sui quattro comparti, spiegano infatti i sindacati, il governo non ha più scuse per tenere illegittimamente bloccata la contrattazione. Da qui la protesta dei lavoratori dei comparti sanità, enti locali, Regione, ministeri, enti pubblici non economici e servizi socio-sanitari privati.

La manifestazione regionale si tiene a Firenze. Il concentramento è previsto in piazza Indipendenza alle ore 9,30: il corteo, dopo aver percorso le strade cittadine, si conclude in piazza Santissima Annunziata, dove si tengono i comizi. Dal palco prendono la parola il segretario Cisl Fp Toscana Marco Bucci, il segretario Uil Fpl Toscana Mario Renzi e il segretario Uil Pa Toscana Enzo Feliciani. A chiudere la giornata è Rossana Dettori, segretario generale della Fp Cgil nazionale.

Oltre al rinnovo dei contratti nazionali, i sindacati chiedono “l’aumento delle retribuzioni ferme da oltre sei anni, la valorizzazione dei contratti di settore, il rilancio della contrattazione decentrata, il superamento dei vincoli della legge Fornero sulle pensioni e lo sblocco del turnover”. Cgil, Cisl e Uil sottolineano anche la necessità di “rafforzare il confronto regionale e aziendale sugli effetti della riforma del sistema socio-sanitario regionale, allo scopo di valorizzare il lavoro e migliorare la qualità dei servizi”.

La piattaforma sindacale annovera anche altri punti dirimenti: la “garanzia del posto di lavoro nei cambi di appalto e nei processi di riorganizzazione, e un piano di assunzioni per mantenere la qualità e quantità dei servizi erogati e ridurre le liste di attesa in sanità”. L’ultima questione rimarcata dai sindacati è quella “di aprire il confronto con la Regione sull’assetto istituzionale e delle funzioni, per scongiurare le pesanti ricadute occupazionali e sui servizi ai cittadini e alle imprese prodotte dalla riforma della pubblica amministrazione, che dopo le Province (con i disastri che tutti hanno visto) toccherà agli uffici e ai lavoratori di Prefetture, Camere di commercio, ministeri, Inps e Inail”.