Il giorno atteso da anni è finalmente arrivato. Si tiene infatti oggi (martedì 26 luglio) a Roma il primo incontro tra il ministro per la Pubblica amministrazione Marianna Madia e i sindacati sul rinnovo dei contratti e le risorse a disposizione. L’appuntamento è alle ore 12 presso il ministero della Funzione pubblica. Il rinnovo è sicuramente il tema principale, ma l’agenda prevede anche altre questioni, come le nuove regole contenute nel Testo unico sul pubblico impiego (che dovrebbe arrivare in autunno) e i premi di produttività previsti dalla cosiddetta “riforma Brunetta”.

“Non perdiamo altro tempo: iniziamo subito a discutere di contratto, di risorse e di innovazione”. Con queste parole i segretari generali di Fp Cgil (Serena Sorrentino), Cisl Fp (Giovanni Faverin), Uil Fpl (Giovanni Torluccio) e Uil Pa (Nicola Turco) hanno commentato la convocazione del ministro: “Ci auguriamo sia una riunione concreta, che delinei gli indirizzi della contrattazione e affronti da subito il nodo delle risorse disponibili per i rinnovi”. Sorrentino, Faverin, Torluccio e Turco sottolineano anche la necessità di “contratti rispettosi di un diritto di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori, che servano a riprogettare i servizi a cittadini e imprese. Dopo anni di attesa bisogna partire col piede giusto. Servono risorse adeguate e una stagione di vera innovazione organizzativa e professionale”.

Un incontro preliminare, prima di procedere con l'atto di indirizzo che aprirà formalmente la trattativa sui contratti pubblici. Una trattativa che già si annuncia molto difficile: il governo ha messo a disposizione per il rinnovo non più di 300 milioni di euro nell’ultima Legge di stabilità, distribuiti non in modo uniforme ma mediante un meccanismo di gradualità, partendo dai redditi più bassi (con una soglia di 26 mila euro). Una posizione contestata dai sindacati: secondo le loro stime gli aumenti toccherebbero a soli 800 mila dipendenti, contro i tre milioni di lavoratori pubblici.

Il vertice di oggi, che è stato convocato ufficialmente sulle “questioni connesse al lavoro pubblico”, segue l'accordo stipulato all'Aran il 13 luglio scorso sui comparti di contrattazione del pubblico impiego, considerato da tutti una pre-condizione per lo sblocco della contrattazione pubblica, ferma da sette anni. I comparti sono stati ridotti da 11 a quattro: funzioni centrali, ossia ministeri, Agenzie fiscali, enti pubblici non economici ed altri enti; funzioni locali, cioè Regioni e autonomie locali; istruzione e ricerca; sanità.