Riprende oggi (martedì 4 luglio) il confronto tra sindacati e Confindustria. Due le questioni sul tappeto, strettamente collegate tra loro: modello contrattuale e rappresentanza. A quanto risulta da diverse prese di posizione, il vicepresidente di viale dell'Astronomia sembrerebbe preferire come modello contrattuale quello adottato per i metalmeccanici. “Da Confindustria mi aspetto altro" ha detto il segretario confederale Cgil, Franco Martini, nel suo intervento su RadioArticolo1 nel corso di ‘Italia Parla’: "Perché se questa sarà la posizione, credo che l'incontro avrà una durata molto breve. E significherebbe, oltretutto, un tornare indietro da parte dell'associazione di viale dell'Astronomia. È fin troppo chiaro, infatti, che il contratto dei metalmeccanici non può essere assunto a modello, fosse solo per il fatto che importanti associazioni di categoria della stessa Confindustria hanno sperimentato e stanno sperimentando modelli diversi da quello”.

 

Per Martini, dunque, “o gli imprenditori si presentano con una disponibilità anche culturale a ricercare giusti punti di equilibrio tra settori molto diversi, o altrimenti sarà l'ennesima falsa partenza che però dimostrerà l'isolamento dell’associazione”. Anche perché “Confindustria al momento è l'unica associazione che non ha prodotto alcun confronto con i sindacati. Con altre associazioni abbiamo già sottoscritto intese importanti. Insomma, il problema è tutto della controparte: vuole uscire da questo isolamento oppure no? Se sì, deve dimostrare la propria disponibilità”.

Strettamente attinente al tema dei contratti c’è quello della rappresentanza: il documento tra sindacati e Confindustria è stato sottoscritto, ma da allora è stata fatta ben poca strada. “Credo – ha spiegato il sindacalista Cgil – che serva un intervento legislativo. Abbiamo infatti ormai ben chiaro che la questione non riguarda solo la rappresentanza del lavoro, ma anche quella di parte datoriale”.

Per Martini, “la disarticolazione della rappresentanza del sistema delle imprese è la causa principale della moltiplicazione dei contratti nazionali. Stiamo ormai arrivando alla convinzione che serva un sostegno legislativo, un sostegno che naturalmente recepisca le intese tra le parti”. Queste intese, ha concluso, ci sono, e “sono pronte per essere offerte a un intervento del legislatore. Misureremo in questo la coerenza del governo quando afferma, come fatto recentemente Gentiloni nel suo intervento al congresso della Cisl, l'importanza dell'intermediazione. Perché senza una regolazione della rappresentanza, una buona intermediazione non ci può essere”.