Riprende oggi (28 settembre) la trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Un appuntamento fondamentale non solo per i tantissimi lavoratori del settore, ma anche per i riflessi obbligati sull’altra grande questione in ballo: la riforma del modello contrattuale. Federmeccanica, che ha “convocato” i sindacati la scorsa settimana, dovrebbe presentare una nuova proposta, che dovrà necessariamente ripartire dai punti di maggior distanza sui quali, lo scorso anno, si era interrotto il negoziato. Secondo indiscrezioni del Corriere gli industriali proporranno un recupero dell’inflazione però a scalare: intera il primo anno, al 75% il secondo, al 50 il terzo, 0 il quarto), più una compensazione una tantum.

Come si ricorderà viale dell’Astronomia, chiamando in causa la crisi, si era detta indisponibile ad aumenti, se non per una parte minima – il 5% degli addetti – e per una cifra bassissima, poco più di 35 euro e a partire dal 2017, con, in seguito, l’aggiornamento dei minimi contrattuali in rapporto all’inflazione. La proposta era stata rispedita al mittente dai sindacati, che hanno anzi effettuato una serie di scioperi e ritrovato – Fim, Fiom e Uilm – l’unità proprio nel ribadire la necessità di confermare il ruolo del contratto nazionale come garante del potere d’acquisto dei salari.

Maurizio Landini, in un’intervista su RadioArticolo1 di qualche giorno fa aveva detto: “Non sappiamo cosa ci verrà proposto e di cosa discuteremo. Tuttavia, visto che la trattativa si era arenata sul ‘salario di garanzia’, quello che metteva in discussione il ruolo del contratto nazionale, con eventuali aumenti che andavano solo al 5 per cento dei lavoratori, e che su questi temi abbiamo fatto unitariamente 20 ore di sciopero dicendo che mai avremmo accettato un contratto che non tutelasse il potere di acquisto di tutti i lavoratori, ritengo che questa convocazione sia un primo risultato della lotta e dell’unità di azione di Fim, Fiom e Uilm”.

Mentre, in un comunicato unitario Fim, Fiom e Uilm, si legge che “alla luce di quanto emergerà nella trattativa del 28, valuteremo tutte le iniziative di mobilitazione e di rapporto con le lavoratrici e i lavoratori da mettere in campo per ottenere un nuovo contratto nazionale". Insomma: disponibilità a trattare, ma anche decisione a non arretrare su quelli che sono, per i sindacati, i punti dirimenti per la difesa di un degno ccnl.