“Va dato un giudizio estremamente positivo della decisione della Bce di ridurre il tasso di sconto dallo 0,25 allo 0,15, adesso le banche non hanno più alibi, quindi riaprano i rubinetti del credito, e li riaprano anche per le imprese”. E’ il giudizio di Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil sulle recenti decisioni della Banca europea, espressa ai microfoni di “Italia parla”, su RadioArticolo1.

“Servono 70-80 miliardi di euro – continua Megale - che le banche devono rierogare alle imprese per far sì che ripartano gli investimenti. Questo è il punto centrale, e lo deve essere anche per il governo, guardando al semestre di presidenza europea. Si volta pagina rispetto ad austerità e rigore, solo se in Europa e anche in Italia si affronta un piano per la crescita utilizzando le misure della Bce: riduzione dei tassi, rilancio degli investimenti, ruolo di Cassa depositi e prestiti, fondi pensione. Solo così si rimettere in moto il motore della crescita”.

La piattaforma che è stata presentata unitariamente da Cgil, Cisl e Uil ha proprio l’obiettivo di cambiare passo, e verte su due punti: da un lato interventi sulla previdenza e dall'altro interventi sul fronte fiscale. Secondo il segretario Fisac, “dopo tanto tempo, si mette a punto una proposta unitaria per un confronto con il governo, e si apre la consultazione con i lavoratori per ascoltare le loro esigenze e anche i loro consigli. Entro settembre si tireranno le fila. Il sindacato è una risorsa per il lavoro e per il paese, ma sta anche a noi dimostrarlo. E con questa piattaforma possiamo farlo, in modo particolare sul fisco, ma
anche l'operazione sulle pensioni è molto importante. Perché la riforma Fornero ha tagliato tante speranze di vita, mentre bisogna ripristinare le condizioni perché i lavoratori escano, pur in modo flessibile, comunque a 62 anni”.

In questa prospettiva, conclude Megale, “l'esperienza del credito è importantissima. Abbiamo presentato una piattaforma, e abbiamo avuto un primo incontro. Inizieremo con tre incontri esplorativi il 18, il 23 e il 30 giugno, e dopo questa esplorazione capiremo se in Abi è cambiata l'aria rispetto ai tempi della disdetta oppure no. La mia sensazione è che prevalga ancora un atteggiamento di scontro e di conflitto, e penso che sia poco ragionevole, ma in ogni caso ci misureremo nei prossimi giorni”.