La più grande azienda di produzione di scarpe da ginnastica del mondo, la Yue Yuen, che rifornisce Nike e Adidas, e dalla quale escono circa un quinto delle scarpe da ginnastica del mondo, è stata costretta ad interrompere la produzione della gigantesca fabbrica di Dongguan, nella provincia del Guangdong, in Cina, perché gli operai sono in sciopero da dieci giorni e chiedono migliori condizioni di lavoro.

Circa ventimila operai sono scesi in piazza bloccando la produzione e il sindacato pubblico cittadino ha inviato un documento ufficiale nel quale sostiene le richieste dei lavoratori, spiegando che la società deve pagare le assicurazioni sociali arretrate a tutti i lavoratori, creando così un precedente importante.

Al momento, però, non c'è risposta dalla proprietà, la taiwanese Pou Chen, che aveva promesso di pagare circa 30 euro al mese in benefici sociali se gli operai fossero tornati al lavoro. Cosa che invece al momento non avviene, anche perché i dipendenti non credono a queste promesse, tanto che la società si è riservata il diritto di licenziare gli operai che per tre giorni consecutivi non hanno lavorato.

Le autorità per ora tacciono, c'è stato un minimo intervento da parte della polizia, che ha operato alcuni arresti. Due in particolare di esponenti di organizzazioni non governative che si battono per i diritti dei lavoratori e che sono stati messi sotto la forma della "detenzione leggera".

Secondo il Financial Times, le dimensioni dello sciopero alla Yue Yuen non ha precedenti in Cina. “E' importante semplicemente per la sua ampiezza che lo rende piuttosto inusuale” commenta Geoff Crothall del China Labour Bulletin, gruppo impegnato per i diritti dei lavoratori cinesi.

E in effetti, viste le sue dimensioni, lo sciopero sta creando problemi alle multinazionali, che aspettano i semilavorati dalla Yue Yuen per confezionare le loro scarpe. L'Adidas ha già spostato parte della produzione in un altro stabilimento fuori dal Guangdong.