“Il rischio che possa essere un problema diffuso c'è. Perché quando non c'è un impegno deciso dello Stato, gli interessi dei terzi possono essere diversi da quelli dell'accoglienza e dell'integrazione”. È questo il commento che Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil, ha rilasciato a Rassegna Sindacale sull'operazione dei carabinieri del Ros che ha smascherato gli interessi illeciti della cosca degli Arena sul centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto.

Quello del Cara di Sant’Anna è tra l'altro un filone di un’inchiesta più ampia che ha portato all’arresto di 68 persone, e che ha dimostrato come dei 103 milioni di euro che il ministero dell’Interno ha girato dal 2006 al 2015 per gestire il centro dei richiedenti asilo di Crotone, 36 sono poi finiti alla cosca.

Le mani della ’ndrangheta sui migranti, insomma, una vicenda che però mette in luce un problema più generale nella gestione dei fenomeni migratori. “La questione principale riguarda il meccanismo per cui lo Stato affida a soggetti terzi la completa gestione dei flussi, senza assicurarsi dei processi di partecipazione democratica e di controllo – afferma Massafra –. Quando le migrazioni vengono gestite semplicemente come un'emergenza e non esiste una presa in carico da parte dello Stato della necessità di accogliere e di integrare, infatti, si rischia sempre di assistere a vicende come quella che emersa a Isola Capo Rizzuto”.

Il tema dei migranti, in ogni caso, non smette di assumere una rilevanza sempre maggiore nell'opinione pubblica italiana. “Se la risposta del governo resta quella di alzare muri e di non occuparsi di integrazione, complicando anche le procedure di accoglienza – afferma ancora il sindacalista –, si continua a mostrare il fianco a facili strumentalizzazioni e ai traffici loschi delle organizzazioni criminali”. Quelle offerte finora, insomma, “sono risposte sbagliate, che mancano anche della giusta consapevolezza che il problema è europeo, non un'emergenza dei soli paesi più periferici.”

Per uscire da questa impasse, secondo Massafra, bisogna dunque cambiare paradigma. “Andrebbe anche posta la questione del reato di clandestinità, che relega il migrante a un ruolo di fuorilegge. Bisognerebbe invece partire dall'Idea che il territorio italiano può integrare queste persone che fuggono dalla disperazione”.

Per far ciò, però, “lo Stato deve affidarsi al sistema Sprar. Perché è importante che la funzione istituzionale si prenda in carico il fenomeno delle migrazioni. Questo sarebbe anche un modo per controbilanciare agli occhi dell'opinione pubblica le tante pulsioni razziste che vengono sempre più spesso alimentate da alcuni movimenti politici per aumentare il proprio consenso”.