Il 13 aprile è stato sottoscritto l’accordo tra Regione Lombardia e Upl sul percorso attuativo della legge 56/2014. "Quale sia la ratio che ha spinto le province lombarde a mantenere al proprio interno tutte le funzioni non fondamentali, ad eccezione di caccia e pesca, agricoltura e foreste, con finanziamenti ridotti e limitati nel tempo non lo sappiamo. Lo chiederemo al tavolo dell'osservatorio regionale e a quello con Regione Lombardia, Anci e Upl, tavolo di cui è stata più volte sollecitata la riapertura". È quanto sostengono Cgil e Fp lombarde.
 
"Nell'accordo si parla di mantenimento dei servizi: ma come sarà possibile farlo senza le necessarie risorse economiche e soprattutto senza il personale? Due soli esempi: siamo alla vigilia di Expo: chi e con quali risorse si occuperà della manutenzione delle strade per garantire ai turisti, che ci auguriamo arrivino numerosi, di non subire infortuni nel percorrerle? Chi e con quali risorse verrà gestito il turismo? Questi sono due servizi un tempo forniti dalle Province e che oggi queste ultime non riescono più a garantire", proseguono i sindacati.
 
"Attualmente le Province lavorano già a ruoli ridotti. Con l'approvazione del pdl 223 da parte del Consiglio regionale, si accelererà la ricollocazione del personale soprannumerario. Allora, a che pro voler mantenere deleghe che non si riuscirà a garantire? Noi chiediamo: un percorso che dia certezze vere, rispetto ai servizio ai cittadini e alla tenuta occupazionale; di dare corso alla legge Delrio, allocando le funzioni unitamente alle risorse necessarie al loro svolgimento, con un processo che preveda un vero riordino istituzionale. Nell’accordo appena sottoscritto, non troviamo la risposta alle nostre richieste, e questo ci consegna una serie di preoccupazioni", concludono le due sigle.