“Il nostro piano corsi è molto corposo, fatto di 15 cartelle molto dense, per un’offerta formativa a 360 gradi. Non nasce da oggi, perché c’è una tradizione di lunga data alle spalle. È un’offerta che nel tempo si è sviluppata e consolidata, inserendo elementi nuovi, ed è ancora in divenire. Per questo, appare così stratificata e voluminosa”. Chi parla, è Marianna Bruno, responsabile della formazione per la Camera del lavoro metropolitana di Milano. "La nostra idea di fondo – spiega – è quella di offrire un piano formativo che segua delegati alla prima esperienza fino ai dirigenti di lungo corso attraverso tutto il percorso della loro vita lavorativa. In pratica, una formazione permanente, dove ogni fase dell'attività sindacale possa essere accompagnata da momenti di studio, aggiornamento e approfondimento". Il coordinamento dela formazione è molto trasversale e riguarda confederazione e categorie, anche se tutti fanno parte di un unico progetto. "È un'ambizione, la nostra – prosegue la sindacalista –, perchè l'offerta si rivolge all'insieme delle categorie, ma ogni categoria ha la sua storia. L'idea è riuscire a coordinarsi e a costruire una rete per cogliere al meglio le esigenze formative di tutti".

 

"In ogni caso – rileva Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale –, è una bella esperienza quella della Cdlm milanese, con un progetto formativo bene articolato, che testimonia la ricca e antica esperienza in materia che s'innova nel tempo, con un bagaglio di conoscenze anche da esportare. Quello che colpisce è il sistema della scuola Luciano Lama, ma anche idee apparentemente banali, tipo il coupon destinato ai delegati di prima nomina, che vuole essere un modo per suscitare domanda formativa. In sostanza vuol dire: guarda che se vuoi, puoi fare anche altri corsi”.

Paola Tomasetti è un'esponente della Flai milanese. “Ho avuto la fortuna e il privilegio di partecipare a più corsi formativi. In primis, quello dell’azione positiva, dedicato alle politiche di genere e alle figure storiche di sindacaliste, come Argentina Altobelli, e di donne impegnate in politica come Teresa Noce e Anna Kuliscioff. In agricoltura è molto forte la differenza di genere e la Flai si è assai spesa per l’approvazione della legge contro il caporalato. È stato fondamentale rivedere la legislazione e trovare le figure che hanno portato a realizzare quel cammino. I nostri moduli dovevano durare un anno, ma alla fine si sono prolungati di sei mesi. Ed è nata una rete di donne, che sono diventate amiche e dialogano all'interno di tutta la Cgil. Fondamentale è creare uno spazio protetto, capire come funziona la realtà attorno a noi. Ringrazio i docenti che sono riusciti a trasmetterci la passione facendoci riflettere. Tutti i corsi sono riusciti e mi hanno lasciato qualcosa, come quello del delegato sociale. Consiglio a tutti di fare un corso base sulle origini della Cgil. E poi di seguire corsi di aggiornamento e corsi confederali, che aiutano a metterci a confronto con le altre realtà". "È il contesto più ampio della formazione. Al di là dei contenuti, ci sono rapporti umani che nascono e si consolidano. Relazioni e rapporti che crescono nel tempo", rileva Pelucchi.

Ma veniamo al progetto del centro di cultura e formazione sindacale Luciano Lama. "È una specie di una scuola di formazione ed è la sede stabile dal ’94 di tutti i corsi che organizziamo a Milano – sottolinea Bruno –. È diventato un punto di riferimento stabile per tutto il sindacato meneghino. È un luogo identitario, accoglie i delegati in formazione, ospita platee diverse e miste, dove si sperimenta la confederalità. Luogo fortemente caratterizzato, di memoria e identità, facilmente individuabile, fa parte della storia del sindacato ed è stato pensato per ospitare ambiti formativi. È il segno di un investimento stabile. La programmazione per il 2017 prevede il mantenimento della formazione a catalogo, ossia un’offerta organizzata per aree tematiche, che sono sostanzialmente tre: area di prima formazione, area legata alle competenze comunicative, area più specialistica con corsi su diritto del lavoro e ammortizzatori sociali. Poi ci sono progetti di anno in anno implementati, filone che riguarda i servizi ispirati al tema della tutela individuale, dell’accoglienza, alla gestione della relazione d’aiuto con chi si rivolge ai nostri sportelli, sperimentazione del corso per delegati sociali".

Ivan Lembo è il responsabile del dipartimento politiche sociali e formazione della Cgil milanese. "Delegato sociale è un progetto che nella Cdlm esiste da tempo e che abbiamo strutturato. Mette al centro le condizioni di lavoro e di vita delle persone. Così abbiamo costruito un percorso basato su quattro assi strategici: tema della relazione d’aiuto, focus legati a una serie di fragilità, disabilità, salute mentale. Rapporto tra luoghi di lavoro e territorio, contrattazione territoriale e sociale, inchiesta e indagine sociale. È un filone formativo che riguarda la mappa delle condizioni di vita delle persone e la mappa del territorio. Ultimo filone legato all’inchiesta, è andare a indagare all’interno dei ccnl quali sono le tematiche sociali. È un lavoro di monitoraggio di tutti i vari temi. Il percorso formativo comprende anche visite ai servizi". “È un diverso modo di fare sindacato, quella del delegato sociale è una figura sindacale nuova, che si frappone tra formazione e organizzazione. Questa modalità di formazione, aperta a un’attività concreta e alla gestione di dinamiche complesse, appare un’idea molto interessante”, conclude Pelucchi.