All’ordine del giorno c’è lo stato della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Si riunisce oggi (venerdì 18 novembre) a Roma l’Assemblea nazionale della Fiom Cgil, l’appuntamento è alle ore 10 presso il Centro Congressi Frentani (in via dei Frentani 4). L’Assemblea è composta dai membri del Comitato centrale (181) e dalle delegate e i delegati di produzione in numero doppio rispetto ai componenti del Comitato centrale (362), per un totale di 543 componenti.

La trattativa, che dura ormai da quasi un anno e ha già collezionato 20 ore di sciopero, intanto va avanti. Nell'incontro “plenario” di mercoledì 16, svolto tra le segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica-Assistal, si sono “registrati passi in avanti – spiega un comunicato dei metalmeccanici Cgil – sui temi dei trasferimenti, della salute e sicurezza e su un impegno relativo alle politiche attive, mentre non sono stati ancora affrontati negli incontri tecnici i temi relativi agli appalti e alle trasferte, all'orario e all'inquadramento”. Rimangono però ancora tutti aperti, come precisa la nota, i “problemi sul salario e sulle regole democratiche”. Problemi che saranno affrontati nei prossimi incontri, sempre in “plenaria”, di mercoledì 23, giovedì 24 e venerdì 25 novembre.

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Gli aumenti in busta paga sono sicuramente il punto di maggiore attrito tra imprese e sindacati. Federmeccanica-Assistal propone un aumento non più sull'inflazione attesa ma su quella effettiva a consuntivo: un incremento quindi stabilito dopo, e non in anticipo come si usa di solito. L’aumento peraltro sarebbe “zero” nel 2016 (perché secondo le imprese lo scostamento Ipca del periodo 2013-2015sarebbe già stato pagato) e “pieno” (ossia al 100 per cento) solo nel 2017, mentre negli anni seguenti sarebbe a scalare: 75 per cento nel 2018 e 50 per cento nel 2019.

Il “decalage” dell’adeguamento salariale è fermamente rifiutato dai sindacati. “Prevedere un decalage sull'inflazione e chiedere gli assorbimenti è di fatto programmare una riduzione dei salari” ha commentato di recente il segretario generale Cgil Susanna Camusso. Posizione ribadita dal leader della Fiom Maurizio Landini, che ha rimarcato come “Federmeccanica debba cambiare la posizione espressa il 28 settembre sulla parte salariale”. La misura, invece, è altrettanto fermamente confermata da Federmeccanica. “Noi restiamo coerenti con la nostra impostazione di rinnovamento contrattuale” ha spiegato il direttore generale Stefano Franchi: “L'obiettivo è e resta quello di rendere marginale la parte retributiva nel contratto nazionale, che porta pochi benefici ai lavoratori e in proporzione costa troppo alle imprese, rendendo centrale invece il welfare, che risponde ai reali bisogni delle persone con un costo sostenibile per le aziende”.