“Non si può dire che sia uno strumento giusto o sbagliato in assoluto, dipende dalle fasi storiche. Nel '93 la concertazione ebbe dei grandi meriti nella politica dei redditi per il rientro dall'inflazione, per esempio”. Giuliano Cazzola, intervistato da Il Secolo d’Italia, dice la sua sulla concertazione. “In linea di massima, oggi, ritengo che Monti abbia ragione: queste tavole rotonde con industriali e sindacati, che poi diventano quadrate per l'enorme numero di sigle chiamate a partecipare alle scelte del governo, diventano spesso un freno insopportabile all'azione del governo”.

Il problema, comunque, si trova a Corso d’Italia. “Sicuramente oggi siamo al punto – dice Cazzola – in cui conviene parlare direttamente con la Cgil: se è d'accordo quel sindacato, il grosso è fatto, altrimenti sono guai, mobilitazioni, scioperi”. L’esponente del Pdl comunque preferisce il dialogo sociale. “Il governo prima di decidere di presentarsi in Parlamento con un provvedimento si consulta con le parti sociali, attraverso gli organismi più rappresentativi. Ma senza farsi dettare le leggi dai sindacati, come spesso è accaduto proprio con la concertazione”.