Sciopero generale oggi (martedì 15 maggio) a Carrara, indetto da Cgil, Cisl e Uil dopo l'incidente mortale di venerdì 11 maggio, dove ha perso la vita un cavatore di 58 anni. Lo stop è di otto ore, con l’occasione si tiene anche un corteo cittadino, con concentramento (alle ore 9.30) in piazza d'Armi. “Non si può assistere ancora a tragedie come questa, non è la fatalità, ma ancora il mancato rispetto delle più elementari norme di sicurezza” scrivono i sindacati: “Le cave che non rispettano e non fanno rispettare le norme sulla sicurezza devono essere fermate”. Per Cgil, Cisl e Uil di Massa Carrara “serve il rispetto della legalità, anche in relazione alla correttezza delle procedure amministrative. Il nostro compito è combattere lo sfruttamento e la negazione dei diritti dei lavoratori”.

È morto schiacciato da una pesante pala meccanica che l'ha ucciso sul colpo. La vittima è Luciano Pampana, 58 anni, nato a Viterbo e residente a Casette (Massa), dipendente da cinque anni della società Cmv. L’incidente è avvenuto nella prima mattinata di venerdì 11 maggio, l’operaio stava lavorando in una galleria della cava Fiordichiara, nel bacino marmifero di Fantiscritti, che è proprio nel cuore delle Alpi Apuane. Secondo la ricostruzione, Pampana era impegnato nella rimozione di un sasso da sotto le ruote di un grande mezzo meccanico manovrato da un collega, quando il mezzo si è mosso all’improvviso e lo ha travolto.

“Aderiamo e sosteniamo con forza lo sciopero. La sicurezza sul lavoro, in particolare la sicurezza nelle cave, deve continuare a essere la priorità dell'azione sindacale e deve vedere il massimo impegno di tutti i soggetti coinvolti”. A dirlo è una nota delle segreterie nazionali di Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl: “Negli ultimi anni nelle cave del territorio si sono verificati migliaia di incidenti, con decine di vittime. Una vera tragedia sociale alla quale non possiamo permetterci di assistere inermi. Per questo motivo continuiamo a chiedere maggiori controlli nelle cave da parte degli organi preposti, più formazione per i lavoratori e l'esclusione dal mercato delle aziende nelle quali si verificano più infortuni. Si tratta di una battaglia di civiltà che abbiamo il dovere di affrontare e vincere tutti insieme”.

“Ribadiamo la necessità di avere una legge che riconosca, in caso di gravi responsabilità accertate, il reato di omicidio sul lavoro” commenta Giulia Bartoli (Fillea Cgil Toscana): “Alle aziende che compiono illeciti sulla sicurezza sul lavoro bisogna rispondere con la sospensione della concessione fino al ritiro e alla chiusura della cava, istituendo un fondo che in questi casi tuteli e sostenga i lavoratori”. Per il segretario provinciale della Cgil Carrara Paolo Gozzani “non si può andare avanti così. Dove non ci sono le condizioni per lavorare non si può permettere la coltivazione. Qui a Carrara il primo maggio sono venuti i tre segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil per dare un segnale forte sugli infortuni sul lavoro e ora, nemmeno due settimane dopo, siamo a contare un morto e un ferito in appena tre giorni. Chi non rispetta le regole non rispetta la vita umana: non si muore in cava per colpa del destino, è ora di finirla. Basta alibi”.