Catania scende in piazza contro il dissesto finanziario. Sindacati, imprese, associazioni, cittadini, arcidiocesi e amministrazione comunale si ritrovano oggi (lunedì 12 novembre), tutti uniti sotto lo slogan “Nessuno spenga la luce”, in un corteo: la partenza è alle ore 18 da Villa Bellini, la manifestazione si conclude in piazza Università. L’iniziativa odierna segue il presidio del 31 ottobre scorso organizzato da sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) e associazioni, nel quale lavoratori e datori di lavoro hanno chiesto al governo nazionale di rispondere all’urgente richiesta di aiuto che viene dalla città.

“Catania non può davvero ‘spegnere la luce’, è impensabile che ciò possa accadere”, spiegano i segretari generali di Cgil (Giacomo Rota), Cisl (Maurizio Attanasio), Uil (Enza Meli) e Ugl (Giovanni Musumeci): “È impensabile che una delle più grandi città del Sud Italia, dopo anni e anni di sacrifici su vari fronti, e proprio mentre tenta di rigenerarsi tra sviluppo, infrastrutturazione e coesione sociale, venga lasciata sola al proprio destino”. Da qui l’invito all’amministrazione comunale e ai governi regionale e nazionale “a fare tutto quanto sia possibile per trovare una soluzione”.

Cgil, Cisl, Uil e Ugl chiedono “interventi urgenti per salvare la città da un disastro certo e soprattutto immeritato”. Enorme è la preoccupazione “per l’esito del caso dissesto e per l’assenza di liquidità nelle casse comunali”. Come ha spiegato il sindaco Salvo Pogliese, l’amministrazione “non avrà risorse fino a dicembre, data in cui il Comune incasserà l’Imu. Immaginare di non poter ancora pagare i dipendenti e le coop sociali è una prospettiva di enorme gravità e per questo abbiamo necessità, anzitutto, di un’anticipazione di cassa del contributo ordinario del 2018”. La somma che il Comune ha chiesto al governo è di 400 milioni di euro, ma l’aiuto, in termini di liquidità, potrebbe limitarsi a 120 milioni da suddividersi in tre anni.

“Catania non vuole il dissesto, lo ripeteremo sino allo sfinimento. La città non merita un declino così grave e senza prospettiva”, riprendono Rota, Attanasio, Meli e Musumeci: “Non spetta a noi, in questa fase, giudicare chi e in quale misura nel tempo ha causato lo sfascio che rischia di imprigionare per decenni la città, ma spetta a noi lottare per ricevere tutto l’aiuto possibile”. In questa fase sindacati e associazioni “puntano ai fatti e non alle chiacchiere, e non è un caso che ciò stia partendo dal mondo dei lavoratori e dei settori produttivi, che ogni giorno lottano per l’economia delle proprie famiglie e dell’intera comunità”. Cgil, Cisl, Uil e Ugl chiedono dunque “alla politica a tutti i livelli di fare quel salto di qualità che è drammaticamente mancato in questi anni” e sollecitano la Regione ad avere “più concretezza, più fatti a tutela della crescita del territorio, a partire dalla possibilità di intervenire presso l’Agenzia delle entrate per quanto possibile in questa fase di emergenza”.