"Noi non possiamo assistere silenti alla vergogna e all’orrore nel Cara di Foggia. Non siamo fra quelli che dicono 'non sapevamo'. Abbiamo  provato a entrare in quel luogo, ad aprire uno squarcio su quell’orrore e lo abbiamo anche chiesto e denunciato alla Regione Puglia e alla Prefettura di Foggia. Prefettura che dovrebbe garantire lo Stato, l’accoglienza, la legalità ad un'umanità lesa indelebilmente nel corpo e nell’anima". Così la Cgil Puglia in un comunicato.

"Questa è una struttura di prima accoglienza, gestita direttamente dallo Stato, che ha vietato l’ingresso a tutti i soggetti della mediazione sociale e associativa, noi compresi. E quando abbiamo provato a entrare con altre associazioni con un progetto dal nome 'non solo braccia', ci hanno respinti. Come sindacato, non potevamo conoscere nel dettaglio il degrado di quel luogo, nonostante gli ospiti avessero denunciato più volte la situazione in cui erano costretti a vivere. Quella dei richiedenti asilo, come dei migranti, è un'umanità sofferente, su cui assistiamo a predazioni e allo svilupparsi d'interessi senza scrupoli, anche da parte di chi viene selezionato come gestore di quei luoghi, che per noi vanno resi agibili e aperti a organizzazioni e associazioni in grado di prendere in carico i bisogni di questi esseri umani, sorvegliare e controllare quel che accade, perché questi cittadini del mondo possano dimenticare il bagaglio di violenze, sofferenze e guerre che farà parte indelebilmente delle loro vite", conclude la nota sindacale.