"La decisione dell’assessora Castiglione di respingere la memoria consegnata a fine gennaio dalle donne della Casa internazionale e di revocare la convenzione che regola il rapporto con Roma Capitale è, a nostro avviso, assurda e miope". Così la segretaria della Cgil di Roma e del Lazio, Tina Balì, e il Coordinamento donne della Cgil regionale.

"Assurda – spiega la nota –, perché l’amministrazione ha deciso di non affrontare la questione relativa agli spazi sociali e culturali della città, trincerandosi dietro ai tecnicismi e ai taccicismi, invece di valorizzare e riconoscere le esperienze che sono il cuore di una città attenta al benessere delle persone. Miope, perché per tale amministrazione non conta nulla l’esperienza che la Casa porta con sé, quello che ha rappresentato e rappresenta per la storia della città e del paese. E nulla contano le tante mobilitazioni e prese di posizione contro la sola idea che si possa chiudere la Casa. A nulla sono serviti i tentativi di mediazione, la volontà espressa di saldare la morosità, la pazienza dimostrata dalle militanti".

"Del resto – prosegue il comunicato –, un annuncio che arriva a ridosso di agosto, dopo ben sette mesi di silenzio nel merito delle proposte, la racconta lunga sulla superficialità con cui l’amministrazione comunale continua a trattare la questione, rendendo ancora più remota la possibilità di trovare insieme una soluzione efficace per il mantenimento di una realtà indispensabile. Perciò, sosteniamo e sosterremo l’opposizione a tutto campo annunciata dal direttivo del Buon Pastore e continueremo ad attivarci con tutti i nostri mezzi nella campagna di solidarietà e raccolta fondi lanciata dalla Casa".

"È molto in auge in questa amministrazione il concetto di legalità – conclude il sindacato –. Spiace dover rilevare che la legalità 'a 5 stelle' ha finora causato sgomberi ed è stata utilizzata per silenziare tutte le voci non in linea".