"Il problema della casa sta assumendo dimensioni di straordinaria emergenza. Proprio per questo deve trovare risposte coraggiose. In tal senso, vediamo positivamente il protocollo firmato con la Prefettura. Il documento solleva una questione di giustizia sociale, ovvero di come mettere l'enorme patrimonio pubblico, da tempo inutilizzato, a disposizione della collettività. Operazione che, se ben gestita, potrebbe avere due effetti virtuosi: da una parte, restituirebbe alla città spazi vuoti, sottraendoli anche al rischio che vengano abusivamente occupati; dall'altra, servirebbe da calmiere per il mercato degli affitti privati, che a Bologna da sempre raggiunge canoni insostenibili per la maggior parte delle persone". Così, la Cgil di Bologna, in tema di politiche abitative.

"L'enorme patrimonio privato che continua a rimanere sfitto, nonostante il tentativo, a quanto pare non sufficiente, di tassarlo con il massimo dell'aliquota, nonché l'aumento di case invendute in mano ad aziende e cooperative, deve portare istituzioni e parti sociali a sedersi intorno a un tavolo per cercare soluzioni nuove. Di sicuro, in tale contesto, non possiamo più pensare, come abbiamo fatto in passato in modo scellerato, a nuove costruzioni: il territorio è già stato fin troppo compromesso. Ovviamente, non va abbandonata ma, anzi, fortemente potenziata al fine di recuperare risorse, la lotta ai canoni in nero, che coinvolgono prioritariamente gli studenti, ma spesso anche gli immigrati, o comunque la fascia più debole della popolazione, costretta a subire ricatti di ogni tipo, pur di mantenere il permesso di soggiorno", conclude la Cdlm.