Da sabato 9 aprile, banchetti nelle piazze della Puglia per promuovere la legge d'iniziativa popolare per un nuovo Statuto del lavoro e i tre referendum per l'abolizione dei voucher, obbligo di reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa, e responsabilità delle società appaltanti verso le ditte subappaltatrici.

“Vogliamo ridare dignità al lavoro e a chi lavora – spiega Gianni Forte, segretario generale della Cgil Puglia –. Non basta fotografare lo stato di salute del paese, conosciamo bene le ragioni di questo malessere. La Cgil lo ripete da anni: non è comprimendo i diritti, trattando il lavoro come fattore marginale dell’economia e della società, precarizzando la vita delle persone, che si uscirà dalla recessione. E i risultati ci danno purtroppo ragione. Ma se la politica non intende ascoltarci noi rilanciamo la sfida parlando al paese, ai lavoratori e ai disoccupati, ai giovani e ai pensionati. Da sabato saremo nelle piazze italiane per chiedere una firma a sostegno della Carta dei diritti e di tre referendum abrogativi, per riscrivere le regole del lavoro”. 

Carta e referendum per ridare dignità al lavoro. Forte presenta così la mobilitazione che prende il via il 9 aprile, con l’obiettivo di raccogliere migliaia di firme a sostegno “di una legge d’iniziativa popolare che punta a un nuovo statuto del lavoro, un quadro giuridico e valoriale dove il valore e la qualità del lavoro siano al centro delle politiche economiche. Partendo dallo straordinario risultato della consultazione sulla Carta fatta tra i nostri iscritti”.

"Assieme chiederemo le firme per tre referendum – rileva il dirigente sindacale –: per l’abolizione dei voucher, esplosi in maniera incontrollata anche in Puglia, quasi 500.000 venduti solo a  gennaio scorso; per il diritto di reintegro in caso di licenziamento ingiustificato, norma di civiltà cancellata dal Jobs act; infine, per l’attivazione della responsabilità delle società appaltanti nei confronti di quelle subappaltatrici, lì dove assistiamo a forti violazioni delle norme e contrazione di diritti”.

Nella regione saranno numerose le piazze dove la Cgil allestirà punti informativi e gazebo per la raccolta firme sabato 9 aprile. A Bari, in piazza Cesare Battisti, dalle 10, con un’assemblea pubblica, cui parteciperà il segretario generale Nidil, Claudio Treves. Raccolta di firme anche a Mola di Bari, mentre domenica 10 iniziative a Cassa delle Murge, Bitonto, Gioia del Colle e Terlizzi. Nella Bat sette le città coinvolte nella giornata di sabato: Andria, Barletta, Bisceglie, Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia, Spinazzola e Trani. A Brindisi dalle ore 9 in Corso Umberto, alla presenza di Forte. In provincia, iniziative in piazza anche a Francavilla Fontana e Ostuni. A Foggia, dalle 10 in poi, gazebo all’isola pedonale di corso Vittorio Emanuele. A Lecce, appuntamento sabato e domenica in piazza Sant’Oronzo dalle 11. A Taranto, appuntamento in mattinata in piazza Maria Immacolata; nella provincia banchetti a Grottaglie, Martina Franca, Ginosa, Manduria e Massafra. La raccolta firme proseguirà presso tutte le sedi Cgil e con altri appuntamenti pubblici fino a luglio per i referendum, ed entro ottobre per la proposta di legge.
 
“Siamo continuamente sommersi da fotografie sullo stato di salute del nostro Paese e del Sud in particolare, che non è certo buono, per usare un eufemismo – dice il leader della Cgil regionale –. Però, vorremmo che qualcuno s'interrogasse ogni tanto sulle ragioni, sul perché - come si legge nel rapporto Istat diffuso oggi - non ci si sposa e non si fanno più figli. Ma come si fa ad affrontare un progetto di vita con lavori precari, poveri, magari pagati con i voucher? Com’è possibile sostenere i consumi, se non s’investe sulla qualità del lavoro e su una politica dei redditi? Serve ben altro all'Italia, soprattutto al Mezzogiorno. Servono politiche industriali vere e non interventi episodici. Serve sostenere chi investe in ricerca, in buona occupazione, e non gettando i soldi a pioggia, come nel caso della decontribuzione, finita la quale, diminuiscono le assunzioni e le stabilizzazioni. Il nostro obiettivo è riunificare il lavoro e rimetterlo al centro della vita del Paese, perché con gli slogan e gli annunci non si danno risposte al grave disagio sociale che vivono le persone”.