Al Mise, si è svolta la seconda riunione, del tavolo interministeriale (dicasteri dello Sviluppo economico, della Salute, dell'Economia e delle finanze) a cui partecipano anche i rappresentanti della Conferenza delle regioni, le rappresentanze sociali delle imprese del settore (fra cui Assofarm e Confservizi), il sindacato nazionale di categoria , l'Aifa, per discutere del tema 'Farmaci innovativi e metodologie e strumenti di governo della spesa farmaceutica'. "Nel gruppo di lavoro - di cui faccio parte personalmente -, che ha visto ieri la partecipazione del Viceministro De Vincenti e del direttore generale del Mise, Stefano Firpo, si sta discutendo, oltre a come salvaguardare il patrimonio della filiera del farmaco, tra i più importanti dell'industria nazionale, il tema della remunerazione del farmaco e delle farmacie e il loro ruolo nei servizi, con impegni di spesa promessi da parte del Governo, legati a una normativa che sarà prodotta entro la fine dell'anno, alla fine dei lavori del tavolo nazionale". Così Sergio Cardinali, del Dipartimento nazionale chimico-farmaceutico della Filctem Cgil.

"Un settore, quello del farmaceutico, presente in tutta la realtà nazionale, in tutti i suoi aspetti della filiera: dalla ricerca alla produzione, alla distribuzione e al commercio. Una filiera che vede un'occupazione di qualità, contando circa 70.000 lavoratori nei primi tre segmenti, ai quali vanno aggiunti tutti gli addetti delle farmacie e dell’indotto della distribuzione. Un settore, che prima degli altri, ha dato segnali di ripresa e vitalità. Ed è proprio per questo motivo che il Governo ha messo in campo tutte le sinergie del settore per valorizzarlo ulteriormente", prosegue il dirigente sindacale.

"Sono state proprio Assofarm e la rappresentante della Conferenza delle regioni, a dichiarare lo sforzo messo in campo dalle istituzioni locali, soprattutto sul fronte delle farmacie comunali, per metterle in sicurezza, visto il loro importantissimo contributo sociale ed economico, abbandonando i percorsi di societarizzazione del passato. Soluzione a cui molte istituzioni locali sono ricorse, è quello della regionalizzazione delle farmacie comunali per costruire una rete dei servizi, con evidenti vantaggi economici per le economie di scala che si possono raggiungere, in termini di costi di gestione e del valore dei servizi offerti", continua Cardinali.

"Questo progetto è in atto anche in Umbria, anche se partito in ritardo, ma che, tassello dopo tassello, sta realizzando la costituzione della rete regionale, e Terni ha già aderito alla rete delle farmacie sociali europee, che è una realtà Ue consolidata. Viene da chiedersi: perché Terni si assume la responsabilità d'interrompere un simile percorso? Quali vantaggi trarrà da una simile situazione? Ciò non è stato fatto in passato, quando i conti non tornavano, oggi si vogliono privatizzare i guadagni", rileva ancora l'esponente della Filctem.

"Stessa sorte per l’Asm, dove invece di salvaguardarle in ottica regionale dei servizi a rete, a cui si dovrà tendere, la privatizziamo, compromettendone le potenzialità. Vorremmo ricordare agli amministratori ternani disattenti che l’Asm è l’unica realtà multiservizi presente sul territorio, e la regione nei mesi scorsi ha varato una delibera per l’Autorità unica idrica e rifiuti (Auri), tesa a semplificare la gestione dei servizi a rete del territorio regionale", commenta sempre Cardinali.

"È ingiusto e sbagliato vendere quote di aziende in salute, e che producono utili, servizi, e occupazione di qualità per i cittadini da più di 50 anni. La criticità economica del Comune di Terni, non giustifica lo smantellamento di un patrimonio dei cittadini ternani, e il sindacato si batterà affinchè ciò non accada", conclude il sindacalista.