Sono state controllate oggi 26 aziende, da Latina a Ragusa, per verificare l'esistenza di situazioni di caporalato. Lo riferiscono la agenzie di stampa. Nel particolare, l'operazione (denominata "Freedom") ha portato all'arresto di 3 persone, 235 identificate e 11 indagati. Dai particolari riferiti dalla polizia di Stato, l'azione ha visto impegnate le squadre mobili di Caserta, Foggia, Latina, Potenza, Ragusa e Reggio Calabria, coordinate dalla centrale anticrimine.

L'obiettivo - spiegano le forze dell'ordine - "è il contrasto dello sfruttamento di migranti irregolari costretti per pochi euro a lavorare con orari pesantissimi, in condizioni anche igieniche disumane, senza alcun giorno di riposo o altro diritto garantito". Non si fa attendere la reazione della Cgil: il sindacato delle zone coinvolte accoglie l'operazione come una buona notizia, ma torna a chiedere con forza provvedimenti seri e strutturali per combattere il fenomeno in modo adeguato.

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A Brindisi contro lo sfruttamento

Cgil Puglia: servono misure urgenti

"Continuano le operazioni delle forze dell'ordine di contrasto al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura, emergono storie di vessazioni, violenze, vi sono arresti e aziende sequestrate. Eppure le associazioni imprenditoriali di questa regione continuano nel loro silenzio così come la Regione Puglia. Tutto questo è al limite dello scandaloso. Sembra che questa lotta contro la criminalità – non si può definire il altro modo chi lucra sul corpo e il sudore di uomini e donne riducendoli in schiavitù – sia affare del sindacato e al massimo delle autorità giudiziarie. Come se non vi sia una devastazione di risorse della collettività, un inquinare un’economia e un settore strategico qual è quello agroalimentare". È quanto afferma il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, a margine dell’operazione che ha visto - tra gli altri - un’attività sospesa nel foggiano e un imprenditore arrestato in provincia di Brindisi.

Gli impegni, i protocolli, le tante parole spese in questi mesi "sono rimasti sulla carta, le azioni per contrastare questa tratta di esseri umani al servizio di imprese senza scrupoli è affidata alla sola azione repressiva – aggiunge Gesmundo – e nulla si sta facendo in termini di prevenzione, servizi, accoglienza. Lasciando ancora una volta al solo sindacato il compito di provare a informare i lavoratori e denunciare le condizioni di sfruttamento. In queste ore la Flai è impegnata assieme a una delegazione del sindacato rumeno in un tour delle province pugliesi per orientare le tutele dei braccianti originari del paese balcanico".

La Cgil c'è e resta in campo, assicura il sindacalista: "Se non saremo ascoltati circa l'urgenza di un tavolo che affronti alcuni nodi legati al lavoro nelle campagne al quale chiamare anche la rappresentanza delle imprese, saremo pronti a ogni iniziativa di mobilitazione. Questo silenzio che sa di rassegnazione, omertà o complicità deve finire. Servono misure urgenti perché la stagione delle grandi raccolte è praticamente alle porte".

Cgil Potenza: segnali positivi ma molto da fare

“L’assenza di illegalità nelle aziende agricole del potentino durante l’operazione delle forze dell’ordine condotta in diverse regioni del sud, è sicuramente un segnale positivo e frutto del lavoro svolto da istituzioni e parti sociali nella lotta al caporalato. Resta tuttavia ancora molto da fare. È necessario che il tavolo del coordinamento si impegni ulteriormente per raggiungere i risultati sperati”. È quanto dichiarano il coordinatore regionale Flai Cgil Vincenzo Esposito e il segretario generale Flai Cgil Potenza Giuseppe Burdi.

Dall’ultimo incontro di qualche giorno fa in prefettura per fare il punto sull’accoglienza dei braccianti stranieri nell’anno in corso e sull’attuazione del protocollo sperimentale per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura, "è emersa una situazione che al momento risulta essere sotto controllo e monitorata. L’ex tabacchificio di Palazzo San Gervasio verrà nuovamente predisposto per l’accoglienza dei braccianti impiegati prevalentemente nella raccolta del pomodoro, che comincerà a breve”. La struttura, grazie soprattutto alle richieste avanzate dai sindacati, avrà al suo interno un laboratorio medico, un presidio dell’Asl e una postazione del Centro per l’impiego che consentirà l’iscrizione alle liste di prenotazione direttamente nella struttura per agevolare l’incontro tra domanda e offerta.

“Altra importante innovazione – precisano Esposito e Burdi – è l’utilizzo di linee pubbliche per il trasporto agricolo dai campi verso il centro e viceversa, per sottrarre ai caporali l’ulteriore guadagno derivante dal trasporto. A tal fine le organizzazioni sindacali, nell’ambito della trattativa dell’Area Bradano Vulture melfese, chiederanno alle associazioni agricole di categoria di rendere attuativo quanto già previsto dal contratto provinciale del lavoro agricolo, che prevede una copertura per il trasporto giornaliero”. Tutto ciò, unito al progetto di ristrutturazione dell’ex tabaccheria, pone le basi per arginare il fenomeno del caporalato che da anni si annida nelle campagne della nostra regione. Nelle prossime settimane è anche previsto un sopralluogo alla struttura del ministero per dare seguito al progetto. "Anche quest’anno – concludono - verrà rinnovato l’impegno della Flai Cgil con le attività del sindacato di strada: il camper dei diritti, con a bordo un legale, un mediatore culturale e alcuni sindacalisti volontari, farà il giro delle campagne lucane dove avviene la raccolta del pomodoro per incontrare i braccianti”.