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Le aziende agricole della Toscana che non rispettano i diritti fondamentali dei lavoratori non potranno accedere o mantenere i finanziamenti europei. Questo uno dei punti chiave del protocollo d'intesa promosso dalla Regione per contrastare caporalato, sfruttamento e illegalità in agricoltura che è stato firmato il 25 ottobre con Inps, ministero del Lavoro, Inail, Cgil, Cisl, Uil, Coldiretti, Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative toscane. Oltre a questo, sono previsti raccolta di dati, potenziamento e integrazione negli interventi di ispezione, prevenzione e controllo, elenchi ufficiali di fornitori e prestatori di opera, promozione e valorizzazione delle aziende virtuose.
“La firma segna un passo avanti nella lotta al caporalato in Toscana”, commentano Maurizio Brotini (Cgil Toscana) e Damiano Marrano (Flai Cgil Toscana): “Abbiamo visto che anche nelle nostre terre esistono lavoratori italiani e stranieri sfruttati da imprenditori senza scrupoli e da caporali, che lucrano sulla loro povertà e sul bisogno assoluto di lavoro. Una situazione inaccettabile: grazie all’impegno dei lavoratori, del sindacato, delle istituzioni e degli altri soggetti oggi stabiliamo l’arrivo di uno strumento in più per combattere una delle vergogne del nostro paese e della nostra regione”. Brotini e Marrano sottolineano come il protocollo toscano “arriva dopo che a livello nazionale è giunta sulla questione una legge importante, alla quale abbiamo collaborato attivamente e che abbiamo salutato con soddisfazione. Ora arriva la parte fondamentale: usare questi nuovi strumenti, monitorare, controllare e tenere gli occhi aperti per contrastare prima possibile fenomeni vecchi e nuovi di caporalato”.
Il protocollo, sperimentale, è finalizzato ad attivare concreti interventi a tutela e promozione dei diritti contrattuali dei lavoratori e delle imprese agricole in regola. In particolare sono previsti interventi per la raccolta e l'analisi dei dati amministrativi che potranno costituire la base informativa per potenziare l'azione di sostegno a progetti finalizzati alla emersione del lavoro non regolare nella filiera agroalimentare. Oltre a questo, ci si attiva con interventi coordinati tra organismi pubblici di controllo e quelli paritetici di prevenzione per favorire la presenza del personale ispettivo nelle situazioni "a rischio".
Prevista l'introduzione di forme di condizionalità relativa al rispetto dei diritti contrattuali dei lavoratori e delle norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per l'accesso ai fondi europei e il loro mantenimento. Verranno istituiti, presso i Centri per l'impiego, "elenchi di prenotazione per il settore agricolo", su base provinciale, nei quali possono confluire volontariamente tutti i lavoratori disponibili alle assunzioni o riassunzioni presso le imprese agricole. Gli elenchi sono stati attivati già dal 1° agosto e da allora i Centri per l'impiego hanno raccolto oltre 2 mila candidature a fronte di 45 richieste aziendali. Saranno promosse e valorizzate le imprese che garantiscono il rispetto di diritti contrattuali dei lavoratori, degli standard di lavoro.
Particolarmente importante la promozione di un elenco volontario di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori ad imprese agricole che renda possibile una maggiore trasparenza e consenta agli imprenditori agricoli di scegliere in un novero di imprese di cui, attraverso controlli effettuati nell'ambito delle rispettive competenze, è riconosciuto il rispetto dei diritti contrattuali dei lavoratori e degli standard di lavoro. Il protocollo, una volta firmato, avrà validità sino al 31 dicembre 2017, e potrà essere prorogato o riproposto, previa verifica dei risultati prodotti.