Abbassare le tasse è cosa buona e giusta, ma occorre iniziare da pensioni e stipendi. La segretaria generale dello Spi Cgil Carla Cantone, in un editoriale pubblicato oggi (martedì 21 luglio) sul quotidiano L’Unità, si schiera decisamente a favore di un’azione sulla pressione fiscale. Ma è necessario chiarire subito “alcuni punti: le risorse si devono trovare intervenendo su sprechi, evasione e grandi rendite, per evitare che a farne le spese siano ancora una volta servizi agli anziani e ai bambini, attraverso inaccettabili e già conosciuti tagli lineari”. Ecco allora la proposta: “Bisogna partire da subito, anche gradualmente, con la riduzione della pressione fiscale sui redditi da pensione e da lavoro, e intervenendo sui guasti provocati dalla legge Monti-Fornero”.

Se Renzi parte con il progetto annunciato, continua Cantone, non fa “il bene del Pd o suo personale, ma di tante persone che aspettano con rabbia e fiducia qualche risultato”
. Al premier lo Spi Cgil non chiede “miracoli, ma la volontà di cominciare da subito con atti concreti, altrimenti gli annunci rischiano di rimanere tali e quindi inutili”. In Italia, spiega la segretaria generale dei pensionati, c’è “fame di crescita, di benessere e di posti di lavoro. Per questo c’è bisogno di un forte segno di equità e di giustizia, affinché insieme alla crescita e all’occupazione si possa guardare al futuro con più fiducia, verso quell’idea di uguaglianza che sta alla base della libertà e della democrazia”.

Tornando ai temi più strettamente legati al mondo dei pensionati, Cantone ricorda che il 24 giugno e il 14 luglio Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno manifestato a Roma “per chiedere il rispetto della sentenza della Consulta, ma soprattutto tutele concrete per il reddito da pensione, in quanto negli ultimi 15 anni hanno perso il 30 per cento del loro potere d’acquisto, e per chiedere un sostegno convinto di tutte le forze politiche al confronto in atto con il ministro del Lavoro”. In conclusione, la leader dei pensionati Cgil illustra le richieste dei sindacati al governo: il ripristino del diritto di tutela reale del potere d’acquisto “attraverso la riforma del meccanismo di rivalutazione, al fine di riconoscere alle pensioni in essere, anche quelle sotto tre volte il minimo, una maggiore e più equa copertura”, la riduzione della pressione fiscale, l’equiparazione della no tax area e “finanziamenti adeguati per la legislazione sulla non autosufficienza”.