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Il Movimento 5 Stelle è “un'organizzazione considerata come proprietà del leader” che ha in sé una “una quota di autoritarismo, di non costruzione dell'interesse collettivo”. E' quanto afferma il segretario generale della Cgil Susanna Camusso nel libro-intervista di Stefano Lepri alla sindacalista di cui oggi la Stampa riporta un estrtto. “A me – spiega Camusso - fanno paura le formazioni politiche o i partiti, diciamo così, personali”, anche se il segretario generale della Cgil riconosce tuttavia l'aspetto “sicuramente innovatore” del partito fondato da Grillo: “Il modello che ha costruito (sempreché lo rispetti), e cioè l'organizzazione aperta sulla Rete, il fatto di non andare in televisione (non so se per scelta o per obbligo) suggerisce un'idea nuova”.
“Fa capire – prosegue Camusso - che forse non c'è un solo modo di fare politica, tutto molto formalizzato e virtuale (la tv), ma che si può usare l'informatica in maniera diversa”. Anche se, continua, “su questa base Grillo fa poi un'operazione di rottamazione violenta, e io non sono affatto convinta che la rottamazione di per sé sia un valore. Per quel che vedo, Grillo non ha un'idea del Paese, non la comunica; la sua idea, per quanto è dato capire, è che si deve buttare via tutto. Secondo lui, nulla di ciò che è stato fatto è degno di essere salvato. Questo modo di pensare mi lascia quantomeno perplessa, perché in fondo se siamo qua... Certo, l'Italia ha tanti problemi, ma siamo diventati anche un grande Paese, abbiamo tante risorse, idee, cultura. Prendere tutto e buttarlo dalla finestra insegue la logica della contestazione per il gusto di protestare; ti consente anche di non dire cosa vuoi fare tu”.
“Gridare che tutti fanno schifo fa molta audience – afferma ancora Camusso - non c'è dubbio, raccoglie un sentimento popolare, ma poi? Se è vero che l'elezione del sindaco di un Comune disastrato da tante vicende di malgoverno come Parma si è giocata sulla questione dell'inceneritore, e l'ha vinta chi dice che l'inceneritore è la morte, ho seri dubbi che solamente su questo si possa costruire un'altra politica”.