“A questo governo diciamo che il 12 dicembre saremo nelle piazze perché la vera emergenza di questo Paese si chiama lavoro. E il dissenso sulle deleghe al lavoro e alla legge di stabilità è perché non sono utili a creare lavoro. Non affrontano i veri nodi, c'è un accanimento a ridurre i diritti, non la precarietà”. Così il segretario della Cgil Susanna Camusso oggi a Palermo.

“I diritti vanno estesi e non sottratti”, aggiunge: “Nei tanti problemi che abbiamo ci sono i tanti impegni presi e mancati. Nell'unico incontro coi sindacati - che è durato un'ora perché non si doveva perdere tanto tempo - il premier concluse dicendo che il governo andava avanti con le sue decisioni e poi si sarebbero aperti i tavoli di discussione sui decreti delegati. Noi continuiamo a essere disponibili e anche quello sarà un punto di giudizio sulla qualità delle affermazioni che vengono fatte”.

Lo sciopero generale del 12, le cui modalità saranno annunciate martedì prossimo, sarà accompagnato da tante manifestazione territoriali tra cui anche quella siciliana. A spiegarne i motivi è il segretario regionale della Cgil, Michele Pagliaro. “In Sicilia dal 2008 sono andati perduti 200 mila posti di lavoro, è scomparso il 40% del manifatturiero, il 60% dei giovani è senza lavoro, se mettiamo assieme i precari di tutti i settori arriviamo al numero di 142 mila: di fronte a una situazione così pesante il governo deve agire per creare occupazione non per diminuire diritti e tutele come sta facendo. E’ per questo che la Cgil ha proclamato assieme alla Uil lo sciopero generale del 12 dicembre: per mandare a Renzi una forte richiesta di inversione di rotta”.

“Renzi è venuto in Sicilia spesso da quando è presidente del Consiglio - ha aggiunto Pagliaro - ma noi vogliamo dirgli che non ci servono le pacche sulle spalle, ma le risposte per restituire dignità a tutti i cittadini a partire da quelli che hanno pagato e pagano regolarmente le tasse in un’isola che contribuisce annualmente con 3 miliardi di gettito Irpef e non può accettare di essere abbandonata al proprio destino. Noi chiediamo investimenti per fare ripartire l’economia e rilanciare l’occupazione e tutele, tutto l’opposto di quello che ha finora fatto il governo, che con uno dei suoi provvedimenti - ha sottolineato Pagliaro riferendosi alla legge Poletti - causerà la revoca degli ammortizzatori in deroga per 5.000 lavoratori siciliani”.

Camusso ha aderito all’appello di solidarietà nei confronti del Pm Nino Di Matteo, minacciato dalla mafia, e alla richiesta di potenziare i dispositivi di protezione per il magistrato e per la sua scorta. “La nostra solidarietà e il nostro appoggio va a quei magistrati, a quei servitori dello Stato onesti e fedeli, come Nino Di Matteo, che nel compiere il loro dovere, nel tentativo di estirpare il cancro mafioso, rischiano ogni giorno la loro vita. La Cgil sarà sempre al loro fianco. È un dovere dello Stato garantire tutte le coperture necessarie e tutte le strumentazioni utili a proteggere il lavoro di Di Matteo e degli uomini della sua scorta”.