"C’è uno straordinario bisogno che in questo paese si riformi la pubblica amministrazione, ma bisogna capire con chi la si vuole riformare. Noi pensiamo che vada riformata con chi dovrebbe farla funzionare meglio e quindi con i lavoratori”. Con queste parole il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha aperto il dibattito in piazza di Pietra a Roma nell’iniziativa promossa dalla Cgil nazionale insieme alla Fp, alla Flc e alla Cgil di Roma e Lazio. 

L'occasione è data dalla presentazione del libro di Gian Antonio Stella, "Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli" (Giangiacomo Feltrinelli Editore) a cui oltre all'autore, partecipa appunto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. A coordinare il dibattio la giornalista Maria Latella. Atteso anche il ministro per la Pubblica amministrazione e Semplificazione Marianna Madia.

E proprio riferendosi alle parole del ministro Madia, Camusso ha aggiunto: “Ci dice che non è possibile incentivare i dipendenti pubblici, ma io faccio notare che quei lavoratori non solo non si stanno incentivando, ma si stanno punendo, visto che il loro contratto è fermo da 6 anni”. 

“Se si vuole avere rapporto lavoro che premia le professionalità – ha proseguito Camusso - bisogna decidere che quello è un rapporto contrattuale, non regolato da legge. Invece, la riforma del governo Renzi ci riporta a prima di Bassanini, con la legislazione che determina tutte le condizioni del rapporto di lavoro”. Per Camusso si tratta di un “ritorno del controllo della politica sull’amministrazione, l’esatto contrario di quella autonomia e qualità dei servizi di cui tanto si parla”. 

“Ci troveremo di fronte al fatto – ha insistito Camusso - che prima della campagna elettorale magari comparirà una norma che alzerà i salari, alla ricerca di un consenso politico. Per questo dico che la prima cosa da fare per una vera riforma della pubblica amministrazione è la privatizzazione del rapporto di lavoro pubblico, che renda i dipendenti pubblici lavoratori come gli altri, su cui il potere politico non può decidere”.