È vero, mancano i soldi, ma ancor di più manca il coraggio. La crisi non aiuta la parità femminile, eppure per Susanna Camusso, leader della Cgil, le donne sono cambiate e stanno già cambiando il paese. Ora però bisogna eliminare i pregiudizi, proporre una nuova idea della famiglia e del lavoro e – soprattutto - ammettere che il problema esiste. Intervistata da Luisa Grion su La Repubblica, in un servizio di tre pagine che apre la sezione R2, Susanna Camusso ragiona su “donne e lavoro” oggi, ai tempi della crisi.

Dove sta sbagliando il governo Monti? “Nel sostenere – risponde – una politica fintamente egualitaria che, se applicata a soggetti colpiti da diseguaglianza non può che aumentare la diseguaglianza stessa. Non vedere le differenze e non tenerne conto è pura demagogia: penso agli interventi sull' età pensionabile e alla disparità di trattamento, in tema di tutela della maternità, fra chi ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato e chi è un cocopro". Il congedo parentale obbligatorio per i padri? “Parliamo di due giorni più uno – spiega Camusso –: sembra un'operazione fatta più che altro per fregiarsi di un titolo e lanciata in un periodo in cui, vista la crisi e visto che i padri sono quelli che nella coppia guadagnano di più, la sensibilità generale potrebbe non apprezzare. Ma congedi a parte, le occasioni mancate della riforma del lavoro sono almeno due. È stata innalzata la contribuzione dei cocopro e delle partite Iva allo stesso livello del lavoro a tempo indeterminato, ma poi le tutele della maternità sono rimaste più basse. Su questo punto la riforma Fornero non è proprio intervenuta. Sull'altro punto è invece intervenuta, ma in modo caotico: mi riferisco alla illegittimità delle dimissioni in bianco. Il divieto e il messaggio lanciato non sono chiari, il marchingegno previsto per la tutela è molto complicato”.

E il sindacato sta facendo la sua parte? Le chiede Grion, ricordando che domani e dopodomani la Cgil organizza l'assemblea delle donne dopo quasi tre anni di assenza. “La crisi non aiuta l'evoluzione – risponde Camusso –, spinge verso meccanismi difensivi. In questi ultimi anni la contrattazione è stata focalizzata sulla difesa dei posti di lavoro e ha trascurato la questione femminile. Però le donne sono cambiate e limiti e pregiudizi si possono superare”.