Poco prima della fine del 2017, è arrivata una buona notizia per tutti i lavoratori dei call center italiani.  Sono stati finalmente stabiliti i riferimenti del costo del lavoro che devono essere considerati nelle gare di appalto che aggiudicano servizi di call center, così come previsto dal Decreto-legge 83/2012 modificato un anno fa con la legge di Bilancio 2017. 

Il decreto emanato dal ministero del Lavoro è arrivato il 29 dicembre scorso e prevede, appunto, lo scomputo del costo del personale dalle offerte e quindi la necessità di determinarlo sulla base di un accordo con i sindacati. Si tratta di un passaggio molto importante, visto che per il settore il costo del lavoro incide per oltre l’80% dei costi totali.

"Questo passaggio 'regolatorio' è stato fortemente voluto dalle organizzazioni sindacali che si sono battute per far diventare obbligo di legge l’avere dei valori certi di riferimento per le gare - commentano in una una nota congiunta le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil -. Ci siamo impegnati dalla scorsa estate in un lungo e costruttivo confronto in sede ministeriale, e con Asstel, che ha portato alla sottoscrizione della tabella del costo del lavoro medio al minuto di effettiva prestazione per livello inquadramentale che sostanzia il Decreto stesso."

Considerato che di fatto la totalità degli affidamenti sono svolti con il sistema del “costo a minuto di conversazione”, da oggi le gare dovranno considerare un costo del lavoro non inferiore ai valori stabiliti nell’accordo e dal decreto pari, ad esempio, a 0,4282 €/minuto per un lavoratore di 3° livello (operatore di call center) che è la figura cardine nei capitolati d’appalto.

"Crediamo che, dopo l’accordo di settore del 2016 che ha introdotto la clausola sociale - concludono i sindacati  -, con il decreto appena emanato si compia un altro ulteriore importante passo in avanti per i call center in outsourcing, stabilendo a norma di legge valori obbligatori per il calcolo del costo del lavoro nelle gare 'pubbliche'. Auspichiamo che questi valori diventino riferimento imprenscindibile anche per quelle private. Non saranno più ammissibili gare al massimo ribasso e la competizione dovrà basarsi non più unicamente su questo parametro ma sulla capacità delle imprese di offrire servizi a maggior valor aggiunto e di maggiore qualità."