Un accordo “storico”. Così la Slc Cgil nazionale definisce l'intesa trovata con Poste Italiane per i lavoratori del call center Uptime. La società (nata nel 2003, posseduta al 70 per cento da Gepin e al 30 da Sda), da lungo tempo attiva nei servizi di customer service per Poste, per la perdita di commesse era stata messa in liquidazione, con la conseguente apertura delle procedura di licenziamento collettivo per i suoi 93 dipendenti.

Dopo Almaviva, dunque, si sblocca positivamente un'altra delle grandi vertenze del settore, a dimostrazione dell'attenzione che sindacati, aziende e governo stanno ponendo alla stabilizzazione dei call center. Una vertenza durata dieci mesi, che ha visto scioperi, manifestazioni (l'ultima il 12 maggio scorso), interrogazioni parlamentari, oltre che l'apertura della specifica pagina Facebook “Siamotuttiuptime” e il lancio di una petizione su change.org con oltre 21 mila firme.

“L'accordo prevede un percorso di outplacement, finanziato da Poste, per tutti i lavoratori” spiega la segretaria nazionale Slc Cgil Cinzia Maiolini: “Se, entro sei mesi, non si concretizzasse alcun rapporto di lavoro full time e a tempo indeterminato in un perimetro di 30 chilometri dalla propria residenza, con livelli retributivi analoghi a quelli in essere presso Uptime, Poste assumerà i lavoratori a tempo indeterminato part time, inquadrandoli al livello C e collocandoli nell'ambito del Comune di Roma”.

Un'intesa di grande importanza, rimarca Maiolini, “esattamente come quella sottoscritta per i lavoratori delle Agenzie di recapito, che a oggi sono consolidati a tempo indeterminato in Poste Italiane. Così come lo è stato l'accordo di emersione e stabilizzazione dei lavoratori delle aziende partner di Nexive, che ha permesso di regolamentare e ricondurre alla disciplina del Ccnl di riferimento centinaia di lavoratori".

Soluzioni come quella trovata per i dipendenti di Uptime “segnano il ruolo determinante della contrattazione e la possibilità di trovare intese anche laddove la norma non prevede un diritto in capo al lavoratore”. Ma c'è dell'altro: “È evidente che, nella fase di rinnovazione contrattuale in atto, questi precedenti ci consentiranno di proporre con forza il tema della responsabilità sociale di impresa e delle clausole di salvaguardia per i lavoratori delle aziende appaltatrici per Poste Italiane” aggiunge la segretaria nazionale Slc Cgil. “Con l'immissione - conclude Cinzia Maiolini – nelle gare di appalto dell'obbligo del rispetto delle clausole sociali, figlie di una lunga battaglia condotta proprio dalla nostra federazione e sostenuta dall'azione continua dei lavoratori dei call center e delle strutture territoriali di Slc”.