L'Inps chiederà a 200mila pensionati che non ne avevano diritto - ma con assegni di poco superiori al minimo - la restituzione delle quattordicesime. L'ente sta scrivendo una lettera agli interessati per informarli che è stata versata loro una somma non dovuta e che il denaro andrà restituito in dodici rate mensili trattenute sulla pensione, a partire da novembre. Tutto nasce dalla legge 127 del 2007 che prevede la quattordicesima per tutti i pensionati con più di 64 anni e un reddito annuo di 8.649,84 euro. Per ottenerla è necessario esibire la dichiarazione dei redditi. Molti, però, secondo l'ente, hanno commesso errori e per questo motivo chi ha ricevuto dei soldi in più dovrà restituirli, per una somma che oscilla tra i 336 e i 504 euro.

“Il prossimo 25 settembre incontreremo l’Inps e gli chiederemo conto di queste lettere. Di certo c’è che piove sul bagnato perché si tratta dell’ennesimo provvedimento ai danni di una categoria già duramente colpita dalle politiche senza equità operate dal governo”. Lo dichiara il segretario generale dello Spi Cgil Carla Cantone. “È davvero inconcepibile che l’Inps operi dei controlli molto tempo dopo aver erogato la quattordicesima – ha continuato Cantone – perché questo vuol dire che ogni anno ci ritroveremo con centinaia di migliaia di persone che dovranno rinunciare ad una parte della propria pensione. E’ un meccanismo che non può funzionare e che rischia di peggiorare ulteriormente la condizione dei pensionati e degli anziani nel nostro paese”.

Sulla stessa linea il segretario generale della Fnp Cisl, Gigi Bonfanti: Il 90% dei pensionati che hanno ricevuto indebitamente la quattordicesima non sapeva di non aver diritto a quei soldi e andare a richiedergli 30 euro al mese significa metterli in serie difficoltà". Per ora, osserva, "è una notizia giornalistica. Certo, avremmo gradito che l'Inps ci avesse convocato prima, e non dopo avere dato la notizia ai giornali".

Per Cesare Damiano (Pd) ci mancava solo questa. "È la classica ciliegina sulla torta della previdenza che sta attraversando un periodo particolarmente turbolento fatto di tagli alle indicizzazioni, mancata rivalutazione e allontanamento del momento della pensione". Il bonus, spiega, "era stato introdotto dal governo Prodi quando ero ministro del Lavoro e riguardava le pensioni più basse, vale a dire d'importo non superiore a circa 700 euro lordi mensili. Chiedere adesso una restituzione a pensionati di basso reddito, che hanno magari sforato per pochi euro il tetto previsto, è un'ingiustizia insopportabile. L'Inps doveva accertare preventivamente la situazione: forse questa è l'occasione per affrontare il tema dell'estensione dei beneficiari della 14esima oltre il vecchio tetto, considerati anche i tassi di inflazione intervenuti dal 2008. Il governo intervenga immediatamente per sanare questa situazione".