"La multinazionale della chimica Lyondell Basell che è insediata in Italia con propri stabilimenti a Brindisi, oltre che a Terni e a Ferrara, ha deciso di procedere alla chiusura dell'insediamento di Terni a partire dal primo luglio, perché intende 'ristrutturare' la produzione nei propri siti italiani. Le conseguenze rischiano di essere devastanti non solo per Terni, ma per il sistema della chimica in Italia". Parole del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, sentito dall'agenzia Agi, che vede un "nuovo capitolo di disperazione che si affaccia all'orizzonte" dopo quello portato alla luce dagli operai sardi della Vinyls di Porto Torres.

Vendola denuncia l'atteggiamento del Governo
che "si pone come spettatore assente e indifferente, lasciando il settore a se stesso. In questo quadro, nel quale addirittura l'industria chimica italiana fa un passo indietro, non c'e' da stupirsi se anche le multinazionali ripensano agli investimenti".

"E' lo stesso Governo - ha ribadito il presidente della Regione Puglia - che non ha ancora una politica industriale, che in materia di energie rinnovabili non riesce da oltre sette anni a definire le linee guida, che oggi declina ogni responsabilità anche nei confronti dell'industria chimica. Sembra che l'Italia abbia smarrito del tutto un'idea di sé, del proprio sistema produttivo, del futuro della sua economia".

"La Regione Puglia
- ha concluso Vendola - sostiene che proprio questo comparto, quello della chimica fine e ecosostenibile, sia un pezzo da valorizzare e non da smantellare. Il paradigma della dismissione con il contentino della cassa integrazione per famiglie costrette a vivere con ottocento euro al mese va combattuto".