"La politica di rientro del debito della Commissione europea per la Cgil è sbagliata". Lo ha dichiarato ai microfoni di RadioArticolo1 Danilo Barbi, segretario confederale della Cgil, ospite della trasmissione Italiaparla. "Se si punta soltanto ai tagli di salari, pensioni e ruolo del pubblico, non ci sarà modo di sostenere la crescita. I tempi imposti sono troppo stretti. In Europa si è fissato il 2013 sperando nella ripresa. Ma la ripresa non c’è stata. In realtà una parte dei debiti pubblici dei vari stati dell’Ue, il 60 per cento, dovrebbe essere trasferito alla Bce, per l’emissione di Bot europei da vendere ai paesi con grande liquidità come Cina e Brasile. In questo modo avremmo tempi più lunghi e libereremmo risorse per favorire sviluppo e ripresa. Non è più sostenibile che l’Europa sia una confederazione di stati con una moneta unica ma con tanti debiti pubblici separati. La California, per fare un esempio, ha forse un debito sovrano? Di questo passo anche la Germania, che ora è favorita dalla propria bilancia commerciale e da questo meccanismo, molto presto tornerà in crisi".

Parlando nello specifico del quadro italiano, per Barbi "in questa situazione è impossibile ridurre le tasse. Ci vorrebbe una riforma fiscale che spostasse il suo peso su rendite finanziarie e grandi patrimoni. Nel 2010 l’ex Irpef è stata versata, per il 91 per cento del suo importo totale, da lavoro dipendenti e pensioni. Le rendite finanziarie sono tassate al 12,5 per cento, contro il 28 per cento del Regno Unito e una media del 20 per cento nel continente. La tassa sulle seconde case qui è dell’1 per cento del valore catastale. In Inghilterra e negli Stati Uniti è al 3 per cento del valore di mercato. Con queste regole è chiaro che chi possiede ricchezze continua a investirle su beni e speculazioni e non crea impresa e posti di lavoro".