Un lavoratore edile è morto stamani ad Aversa, in provincia di Caserta. Lo riferiscono le agenzie di stampa. Dalla prima ricostruzione, l'uomo ha perso la vita a seguito della caduta da un ponteggio. Un altro operaio è rimasto gravemente ferito. I due stavano lavorando alla ristrutturazione di un edificio in via Giotto, quando improvvisamente è crollato il ponteggio al terzo piano che li sosteneva. Uno è morto sul colpo, l'altro è attualmente in ospedale in gravi condizioni. La vittima si chiamava Domenico Iovinella.

"Una Pasqua drammatica, per la famiglia di Iovinella, l'operaio edile che è morto cadendo dal ponteggio in un cantiere di ristrutturazione di un edificio ad Aversa. Insieme a lui un altro operaio, a cui si era aggrappato disperatamente Iovinella, è caduto dallo stesso ponteggio ed è in fin di vita". Questo il primo commento del segretario generale della Fillea Campania, Giovanni Sannino.

"Speriamo fortemente che ce la possa fare - prosegue - ed esprimiamo profondo cordoglio alla famiglia Iovinella. Ma non possiamo sottacere il fatto che ci troviamo di fronte al ferale combinato disposto tra livelli di sicurezza e regolarità del rapporto di lavoro. Dai nostri primi accertamenti fatti presso le casse edili di Caserta e Napoli non risulta denunciata l'apertura del cantiere da parte dell'azienda, né risulta per Iovinella aperta nessuna posizione. Se ciò è vero, come è vero, e per le procedure di controllo della regolarità dei rapporti di lavoro di cui al rilascio del Durc, previsto dal codice degli appalti, il povero Domenico lavorava a nero in quel cantiere".

La drammaticità della morte prematura di una persona non cambia se si è regolarmente o meno assunto al lavoro, sia su un lavoro privato piuttosto che pubblico. "Ma è pur vero - osserva - che la diffusione del lavoro nero e grigio sui luoghi di lavoro, ed in particolare sui cantieri edili sta determinando da tempo la condizione di un infinito corollario di infortuni sul lavoro e di questi tantissimi mortali, e in questo gravi sono le responsabilità di chi è preposto ai controlli e alle verifiche dell'applicazione delle norme sulla sicurezza. Domenico non aveva la cintura di sicurezza. Si accertino le responsabilità e si perseguano in maniera esemplare".

Si parla ancora troppo poco delle morti sul lavoro, e soprattutto si fa sempre meno: "L'elenco dei caduti si allunga sempre di più e sempre di più si muore cadendo dall'alto, come tanti anni fa, e sempre di più si scopre che si lavora a nero o in condizioni estremamente precarie".

Occorre reagire e questo riguarda anche il sindacato, secondo Sannino. "Chiediamo che le Istituzioni, la Regione, le prefetture, gli enti locali chiamino a raccolta tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione dei lavori, pubblici e privati, Asl, ispettorati, forze dell'ordine, polizie municipali, forze sociali ed enti di spesa pubblica e privata per stringere i bulloni dei controlli preventivi e repressivi per debellare questo binomio mortale tra il lavoro nero e le precarie condizioni di sicurezza sui cantieri", conclude.