PHOTO
“Assistere in sicurezza. We care about you”, questo il nome del progetto di formazione per 270 lavoratrici e lavoratori del comparto sanità e servizi alla persona di Padova proposto e coordinato dall’Inca Cgil del Veneto. Il progetto (cui partecipano anche Inail Veneto, Cgil regionale e padovana, Spisal Ulss 16, Fondazioni Irpea e Opera Immacolata Concezione) è formalmente partito l’11 febbraio scorso, con la prima riunione del tavolo di coordinamento. L’iniziativa, della durata di due anni (2016-2017), è rivolta a formare gli addetti del settore alla tutela della propria salute e sicurezza, con particolare attenzione all’adempimento degli obblighi e delle prescrizioni in materia, e alla prevenzione di malattie professionali e infortuni.
“L’idea di partenza è stata quella di prenderci cura di chi, di solito, si prende cura degli altri” spiega Giovanni Simeoni, responsabile Sicurezza della Cgil Veneto. “Il progetto si rivolge agli operatori sociosanitari dei centri residenziali per anziani autosufficienti e non: parliamo soprattutto di donne e di migranti, nel caso specifico di ben 27 provenienze diverse, tutti molto giovani”. Il settore scelto è appunto quello dell’assistenza, dove vi è “necessità di agire per la prevenzione del fenomeno infortunistico e tecnopatico, soprattutto sugli aspetti dell’organizzazione del lavoro più che sui comportamenti dei singoli, come invece vorrebbero le imprese”. La nostra ambizione, conclude Simeoni, è quella “di inviare l’accordo e tutto il materiale prodotto alla Commissione consultiva permanente, affinché possa essere scelto e validato come ‘buona prassi’, in modo da essere d’aiuto anche ad altri”.
Il progetto “Assistere in sicurezza. We care about you”, redatto secondo le modalità e i contenuti delle linee d’indirizzo dei Piani di prevenzione 2015 dell’Inail, comprende misure di sensibilizzazione e informazione per circa 1.800 lavoratori delle due Fondazioni coinvolte, e un percorso formativo di otto ore per 270 operatori (distinti fra 120 preposti alla sicurezza, quindi operativi sul campo, e 150 lavoratori che fungeranno da personale guida). Le attività si soffermeranno, in particolare, sulla movimentazione manuale di carichi e di assistiti, e quindi sui possibili conseguenti disturbi di tipo osteo-articolare, e sulla prevenzione di infortuni e malattie professionali collegati al rischio biologico.