Un nuovo progetto per mettere insieme più generazioni, ragazzi e anziani, combattendo l’isolamento e la marginalità sociale: il progetto “Treno delle generazioni”  ha come capofila l’Auser Regionale Lombardia e vede la partecipazione di diverse sezioni Auser locali. Scopo del Treno delle Generazioni è contrastare le solitudini e le diverse forme di violenza che coinvolgono la popolazione anziana, in particolare femminile. Due le azioni principali: l’utilizzo della videocomunicazione (già sperimentata con successo a Gallarate con la telefonia sociale Auser) e la promozione della cittadinanza attiva e del volontariato sociale, col coinvolgimento degli adolescenti e l’avvio di scambi intergenerazionali.

La “piazza virtuale” tramite videocomunicazione, partita a Gallarate due anni fa con sei utenti, sarà decisamente potenziata. Destinatari del progetto sono persone afflitte da scarsa mobilità sul piano fisico e da povertà di relazioni su quello sociale. Gli utenti possono avviare una comunicazione visiva, oltre che fonica, direttamente dalle proprie abitazioni. Tale comunicazione avviene con volontari Auser, con singoli utenti o con una pluralità di persone collegate. La “piazza virtuale” è costruita con strumenti informatici, rete telefonica e televisori digitali. I partecipanti, che avviano la comunicazione con un telecomando, dunque con uno strumento presumibilmente già noto e di semplice utilizzo, a Gallarate saranno 40 (80 in tutta la Lombardia, compresi 10 nella vicina Carnago).

Sul fronte della cittadinanza attiva, si avvierà un’opera di sensibilizzazione con 300 studenti delle scuole superiori di Gallarate. Una quarantina di essi, sotto la supervisione di volontari senior, attuerà interventi di sostegno agli anziani a domicilio, anche coadiuvandoli nel prendere confidenza con le tecnologie della videocomunicazione. Saranno coinvolti pure dieci adolescenti e giovani in carico ai servizi sociali per ragioni penali (denunciati a piede libero, soggetti a misure cautelari o sottoposti al percorso di “messa alla prova”) che, dopo la debita formazione e sempre seguiti da tutor, offriranno la loro opera di volontari per l’assistenza domiciliare, secondo i principi della “filosofia riparativa”.