Il futuro della Ast Thyssen Krupp di Terni torna (o per meglio dire: rimane) incerto. Ed è per questo che oggi (giovedì 5 maggio) si tiene un incontro tra direzione aziendale e Rsu di Fim Cisl, Fiom Cigl, Fismic e Ugl (incontro richiesto dalle stesse Rappresentanze). Un confronto che appare fondamentale per le prospettive del sito industriale (cui lavorano 2.500 persone), alle prese con diversi problemi, come le continue fermate o i previsti tagli al parco rottami. E che segue quello avvenuto il 4 maggio tra la società e la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, incentrato “sulle principali questioni – si legge in una nota ufficiale – che riguardano le acciaierie di Terni e le prospettive future del sito integrato”.

A preoccupare i sindacati, però, sono state soprattutto le dichiarazioni del 22 aprile scorso della nuova guida della Ast, Massimiliano Burelli, al Sole 24 Ore. L’amministratore delegato, in primis, non ha escluso in futuro nuove “scelte di riorganizzazione o di ristrutturazione leggera”, soprattutto ha rimesso in discussione alcuni termini dell’accordo raggiunto un anno fa al tavolo del ministero dello Sviluppo economico. Non sono più certi, in particolare, la soglia del milione di tonnellate né il mantenimento di due forni: “Gli impegni – ha detto – ci sono perché sono scritti, ma dall'altra parte c'è il mercato con cui dobbiamo fare i conti”.

Parole che hanno turbato le Rsu, soprattutto quelle sui volumi produttivi (il milione di tonnellate), concordati all’epoca dell’accordo proprio con i sindacati. Ma non è l’unica preoccupazione: per commesse insufficienti, ad esempio, sono stati fermati il forno 4 (dal 23 aprile al 2 maggio) e il forno 5 (dal 27 aprile al 2 maggio), con la conseguente cassa integrazione ordinaria a rotazione. All’orizzonte, infine, c’è la questione dell’appalto del parco rottami che in ottobre passerà dalla Ilserv alla Gap, comportando il taglio degli stipendi di circa il 20 per cento e la messa a rischio di 11 posti di lavoro.