"Secondo me ci vorrebbe ora un'altra manifestazione come quella del 23 marzo di dieci anni fa. Non solo per protestare contro la riforma dell'Articolo 18 o per chiedere un sistema di ammortizzatori che funzioni e che dia garanzie alle migliaia di persone che rischiano di perdere il posto di lavoro a causa della crisi economica, ma anche e soprattutto per rimettere al centro del dibattito la questione del lavoro". Lo afferma Sergio Cofferati, ex segretario generale della Cgil ai tempi dei tre milioni al Circo Massimo e oggi eurodeputato del Pd.

"E' evidente che non voterei mai una proposta di riforma dell'Articolo 18 come quella avanzata dal Governo Monti se fossi nel Parlamento italiano", afferma Cofferati, secondo il quale "una grande manifestazione non sarebbe fuori luogo, anzi, sarebbe un'occasione per dire al Paese che, in particolare per i giovani, è necessario avere delle prospettive di lavoro, di reddito, di realizzazione personale. E io non vedo traccia nelle politiche di questi mesi di azioni volte a creare nuovi posti di lavoro".

Il paradosso della discussione di queste settimane, conclude, "è che si vuole organizzare quello che non c'è: il lavoro, perché sono troppi i posti di lavoro che stiamo perdendo. Sembra che qualcuno se ne sia dimenticato. La parola crescita viene spesa troppe volte eppure io non vedo alcuna scelta conseguente. Non mi pare che ci sia sufficiente consapevolezza".