Dal rapporto dell’Autorità di vigilanza sugli appalti pubblici viene un’ulteriore conferma di quanto sia urgente un intervento sistemico sul settore delle costruzioni, che vuol dire anzitutto mettere ordine anziché, come sembra essere orientato il governo Monti, deregolamentare. Lo ha affermato oggi Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, a margine di un convegno del sindacato sullo stato delle opere pubbliche in Piemonte. Per Schiavella “è necessario affermare la qualità delle procedure, dell’impresa e del lavoro e rafforzare la capacità dello Stato di avviare una seria politica di programmazione, che non può più essere quella della Legge Obiettivo, provvedimento varato nel 2001 dal governo Berlusconi, che avrebbe dovuto realizzare in 10 anni 223 miliardi di grandi opere e invece in 12 anni, come oggi ci ricorda l’Autorità, è ferma a un terzo dell’obiettivo. Più che Legge Obiettivo dovremmo chiamarla Legge Obiettivo Fallito”.

A fallire per la Fillea anche il sistema di certificazione per le imprese Soa (Società organismo di attestazione), che va superato, mentre continua a non fallire la logica dell’emergenza, su cui già due anni fa l’Autorità di vigilanza aveva dato l’allarme, inascoltata, segnalando l’aumento degli affidamenti diretti, che sottraggono al mercato una fetta consistente delle opere pubbliche, creando di fatto un mercato parallelo, protetto e clientelare. Per Schiavella in un intervento di sistema non possono mancare le risorse: “Il governo – ha detto – non può ridurre ulteriormente la capacità di spesa su infrastrutture e territorio. Al contrario, deve puntare a destinare risorse importanti per riavviare il settore".

Per questo, "occorre far partire le piccole opere bloccate dal Patto di stabilità, in tutto 11 miliardi fermi; le opere infrastrutturali necessarie per ammodernare il paese e ridurre il gap del Mezzogiorno; le opere per la messa in sicurezza del territorio dai rischi sismico e idrogeologico e un piano di riqualificazione sostenibile del patrimonio edilizio del paese, che al tempo stesso chiede regole che favoriscano la crescita della qualità, la trasparenza, la regolarità, lotta senza quartiere alle infiltrazione criminali e soprattutto una riforma della legge sugli appalti, contrastando il massimo ribasso, che produce solo aumento dell’illegalità e falsi risparmi”.