“Gli annunci a mezzo stampa dell'assessore Lepore, sulla scelta della Giunta comunale di Bologna di riaffrontare il tema degli appalti consente di invertire la grave tendenza, in atto da troppi anni, di utilizzare gli appalti come leva per ridurre o aggirare i costi del lavoro. Non possiamo che dire: era ora”. A dirlo è in una nota è il segretario generale della Cgil di Bologna, Maurizio Lunghi.

“Le battaglie che come Cgil, a partire da Bologna, abbiamo fatto negli ultimi quindici anni - afferma - si dimostrano dotate di un certo grado di capacità di anticipare gli eventi. La difesa delle condizioni di lavoro, di salute e di sicurezza, sono la prima garanzia a difesa di una competizione sana nel mercato, contro le barbarie dettate dal puro interesse economico che poi sconfina nel malaffare”.

“Non è un caso - prosegue Lunghi - che la Cgil ha concluso il Congresso nazionale lanciando la campagna sulla raccolta firme per una legge specifica che regolamenti lo strumento del lavoro in appalto e una contrattazione sugli appalti che estenda le tutele all'insieme dei lavoratori. La Cgil di Bologna sta in queste settimane concretizzando la raccolta firme, attraverso una informazione capillare nei luoghi di lavoro e sul territorio. L'obiettivo è sensibilizzare lavoratori e cittadini su questa problematica che è anche una battaglia di civiltà ed è la migliore risposta al fenomeno delle infiltrazioni mafiose”.

"Finalmente le grandi committenti pubbliche stanno cogliendo questo tema. Il Comune può e deve dare l'esempio, partendo dall'ultimo accordo in materia che è quello del 2005, valutando cosa ha funzionato e cosa no, aprendo un confronto con le forze sociali con l'obiettivo di fermare il fenomeno della competizione al massimo ribasso spesso foriero di intrecci illegali”.