“La riuscita dello sciopero dei dipendenti Anm dimostra inequivocabilmente che il piano di risanamento approvato a dicembre è sostanzialmente fallito, non solo, come avevamo previsto, nei suoi inesistenti profili industriali, ma anche nel suo unico profilo evidente, quello di riduzione della spesa”. È quanto sostiene il segretario generale della Cgil di Napoli, Walter Schiavella.

“Mai come in questo caso, quindi – sottolinea – lo sciopero con i suoi dolorosi riflessi sulla sulla città e sui lavoratori, non è stato un rito stanco e ripetitivo a difesa di chissà quale privilegio, ma una richiesta forte al Comune di Napoli perché si cambi davvero pagina e si assicuri l’occupazione e con essa un futuro certo a una Anm pubblica ed efficiente, con un piano industriale radicalmente nuovo”.

“Non è – secondo Schiavella – questione di nominalismi rispetto a cosa fare del precedente piano del quale, per tempo, la Cgil ha denunciato le inefficienze. Occorre subito agire per costruire una strategia diversa e realistica. Nessuno rifiuta di fare la propria parte, tantomeno i lavoratori, ma occorrono certezze che i sacrifici e l’impegno loro richiesti servano davvero a salvare l’azienda e a dare un servizio adeguato ai cittadini”.

“Perché ciò sia possibile, quindi – continua l'esponente della Cgil – non bastano solo i tagli, i risparmi e un pur necessario efficientamento; servono ancor più e prima, chiare prospettive di crescita del servizio e della sua efficienza ed efficacia secondo un preciso piano industriale sostenuto da un credibile intervento di ricapitalizzazione”.

“Entrambe queste questioni, una seria prospettiva di crescita industriale e un forte intervento sul capitale, evidenziano – a suo giudizio – la necessità di allargare l’orizzonte al livello metropolitano e regionale, chiamando in causa Città Metropolitana e Regione non solo per rivendicare questo o quel finanziamento, ma per concorrere con idee e capitale alla rinascita di Anm”.

“Per questo – conclude Schiavella – riteniamo necessario accompagnare i tavoli di confronto che si svilupperanno auspicabilmente tra Comune e categorie con l’apertura immediata di un tavolo istituzionale con Comune, Città Metropolitana e Regione aperto al coinvolgimento pieno delle forze sociali. Se si vuole salvare Anm dal fallimento non è il momento della divisione e dell’orgoglio, ma quello della responsabilità”.