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Un incontro che potrebbe essere determinante, imprimendo una svolta alla complessa vicenda dell’Ilva. È quello che si svolge oggi (lunedì 27 febbraio) a Roma, alle ore 11 presso la sede del ministero dello Sviluppo economico, tra azienda, governo (rappresentato dalla viceministro Teresa Bellanova), Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil. Al centro del vertice la richiesta, di parte imprenditoriale, della cassa integrazione straordinaria per 4.984 dipendenti dello stabilimento di Taranto e 80 di Marghera (Venezia), poi scesi, dopo la mediazione dell’esecutivo, a circa 3.700-3.800. Una richiesta rigettata dai sindacati, che vorrebbero soluzioni di altro genere, numeri minori e rassicurazioni sull’ipotesi degli esuberi.
Giovedì 23 scorso, intanto, si è tenuto lo sciopero di Fiom e Usb dei 320 addetti dell'area magazzini. A provocare la protesta è stata la decisione aziendale di aumentare il personale in contratto di solidarietà e di chiudere i magazzini ogni venerdì, chiusura motivata – ha spiegato il management Ilva – con un calo di produzione. I sindacati hanno sottolineato la “straordinaria adesione (circa il 90 per cento, ndr) e partecipazione ai presidi” e stigmatizzato l’atteggiamento dell’azienda “che, rifiutando un confronto con le organizzazioni sindacali, ha in maniera del tutto unilaterale penalizzato tutti i lavoratori dell'area magazzino modificando l'organizzazione del lavoro”.
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Il summit odierno, che segue quello di lunedì 20 febbraio, è dunque sugli ammortizzatori sociali. I contratti di solidarietà scadranno il 2 marzo, e in base all'accordo dello scorso anno riguardano un numero massimo di 3.095 unità. Dal giorno seguente, il 3 marzo, l’Ilva intende sostituirli con la cassa integrazione, per la quale il governo (nel decreto legge sul Mezzogiorno del 29 dicembre 2016) ha già stanziato 24 milioni di euro per il 2017. Un’ipotesi respinta dai sindacati, che invece vorrebbero continuare con i contratti di solidarietà (che offrono migliori garanzie per la tutela dell’occupazione e maggiore copertura salariale per il periodo di applicazione), riducendo anche in maniera significativa il numero dei lavoratori coinvolti.
Sullo sfondo, poi, rimane la grande questione della cessione degli asset dell’Ilva, per la quale concorrono le due cordate Am Investco (ArcelorMittal e Marcegaglia) e Accialtalia (Jindal, Del-fin, Arvedi, Cassa depositi e prestiti): la data di scadenza per le offerte vincolanti è fissata al 3 marzo prossimo. Il viceministro Bellanova, infine, ha accettato la richiesta sindacale di istituire un tavolo specifico sul tema, allo scopo di informare Fim, Fiom e Uilm sulle future trattative.