Un'altalena di speranze e delusioni, aperture e marce indietro: questa è la vicenda Almaviva Contact. Dopo la lunghissima riunione di mercoledì 20 aprile, e le due giornate seguenti di assemblee con i lavoratori, oggi (martedì 26 aprile) e domani azienda e sindacati tornano a incontrarsi a Roma. Sul tavolo la proposta lanciata dal governo, per mano del vice ministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova (che sta seguendo la vertenza): revoca dei 2.988 licenziamenti annunciati a Palermo (1.670), Roma (918) e Napoli (400), applicazione dei contratti di solidarietà di tipo difensivo fino a novembre in tutte le sedi della società.

Una proposta, però, bocciata dai sindacati. L'accordo, spiegano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, certificherebbe "gli esuberi individuati dall'azienda, con un contratto di solidarietà al 45 per cento per le sedi di Roma e Palermo, al 35 per la sede di Napoli e con percentuali minime perle altre sedi". Tale proposta, continua la nota sindacale, "condannerebbe i 4600 lavoratori di Roma e Palermo, oltre a parte dei lavoratori di Napoli, ad un'intesa che dimezzerebbe il loro reddito. Per i part time si andrebbe sotto gli 8mila euro annui, praticamente sotto la soglia di povertà". In questo modo, inoltre, i lavoratori perderebbero anche gli 80 euro del cosiddetto "bonus Renzi" e sarebbero costretti a restituire quanto già percepito nei primi mesi dell'anno.

La situazione, insomma, resta molto critica. "Occorre affrontare il problema in maniera strutturale, finora sono state esaminate soluzioni tampone, utili solo per i prossimi sei mesi" spiegano il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo e il segretario generale Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso: "Non vediamo al momento alcuna certezza che la vertenza possa chiudersi velocemente e in modo positivo. Per noi è importante costruire i presupposti per dare certezza occupazionale ai lavoratori palermitani e confrontarci con un'azienda interessata a investire sul serio su questo territorio. Di tutto questo vorremmo parlare al più presto con la Regione e il Comune, nell'ottica di una visione industriale e di sviluppo per la Sicilia".