“Il Presidente francese, Hollande, si è pronunciato sul piano di tagli annunciato da Alcatel-Lucent chiedendo alla multinazionale francoamericana di rivederlo, tutelando al massimo l'occupazione e mantenendo in Francia alcune attività strategiche. Diventa quindi sempre più necessario un intervento ai massimi livelli anche da parte del Governo italiano. Ciò anche considerando che il piano di Alcatel-Lucent, che taglia la maggior parte delle attività e dei posti di lavoro in Europa, non ha ancora avuto, in Italia, la giusta attenzione dal mondo politico, né da quello dei mezzi di informazione”. E' quanto afferma in una nota Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Fiom-Cgil del gruppo Alcatel-Lucent.

“Il rischio è che l'intervento dello Stato francese - afferma Potetti - che prevede anche la possibilità di utilizzare la Cdc (struttura analoga alla nostra Cassa depositi e prestiti), faccia pendere la bilancia dei tagli a sfavore di altri paesi. È giunto quindi il momento che il Governo "presidi" la vertenza con il massimo impegno, proponendo ipotesi industriali e investimenti che siano in grado di scongiurare le conseguenze negative del piano Alcatel-Lucent. Ed è questo ciò che oggi hanno chiesto, con il loro sciopero unitario, le lavoratrici e i lavoratori del sito di Vimercate (Milano)”.

“I brevetti che la multinazionale francoamericana ha impegnato con le banche creditrici - conclude il coordinatore Fiom - per avere quei prestiti che la mettano in grado di affrontare la ristrutturazione prevista, sono anche il frutto dell'intelligenza e della capacità delle lavoratrici e dei lavoratori italiani, operanti nella Ricerca e sviluppo dell’Azienda. Infatti, circa il 50% dei brevetti depositati relativi alle tecnologie ottiche di Alcatel-Lucent, sono stati pensati e sviluppati in Italia. Un patrimonio così importante di conoscenze e di competenze, a cui sono collegati tanti posti di lavoro e che ha ricadute positive su innovazione e sviluppo tecnologico del nostro Paese, non può essere disperso. E questo è un problema strategico per il nostro sistema industriale”.