La crisi della Dema dura da più di un anno. Ma oggi (mercoledì 7 dicembre) potrebbe essere la giornata decisiva per l’impresa di Brindisi attiva nel settore aeronautico e monocommittente della ex Agusta. Si tiene infatti a Roma, nella sede del ministero per lo Sviluppo economico, un incontro tra sindacati (Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic, Ugl e Failms), azienda e Regione Puglia per concludere positivamente una vertenza che coinvolge 130 lavoratori, di cui circa 40 in cassa integrazione.

Le difficoltà per l’azienda sono iniziate quando l’ex Agusta ha re-internalizzato alcune lavorazioni e produzioni, dunque non rinnovando più le commesse che fino a quel momento erano state l'unico sostentamento per la Dema. Da lì è iniziato un percorso accidentato, accompagnato dalla cassa integrazione, che dovrebbe terminare con l’ingresso nella società (che possiede anche un altro stabilimento a Somma Vesuviana con circa 500 dipendenti) del Fondo americano Lcv, ingresso annunciato dall’amministratore delegato della Dema per fine anno.

Le trattative con il Fondo Lcv sono partite nel maggio scorso. Secondo le indiscrezioni, l’acquisto di quote societarie da parte del Fondo Lcv dovrebbe portare nelle casse della Dema oltre sei milioni di euro, necessari a diversificare la produzione e a rilanciare l’azienda. Da parte sindacale, però, non si nascondono le preoccupazioni per il buon esito del negoziato: nell’aprile scorso un’analoga trattativa, avviata con la società Seri, tramontò proprio all’ultimo momento, ed è un fallimento che brucia ancora e che non si vorrebbe ripetere.